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Politica e Potere
19.02.2017 - 10:340
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Permessopoli, parla Manuele Bertoli: "Esagerato in questo momento chiedere un passo indietro di Norman Gobbi. Ma ministri e deputati leghisti la smettano di esacerbare i rapporti con l'Italia"

Il Consigliere di Stato socialista si esprime sulla bufera politica che sta dominando questi giorni: "Potrebbe essere, semmai, una decisione autonoma di Gobbi quella di fare un passo indietro rispetto alla conduzione dell'Ufficio migrazione, per dissipare qualsiasi dubbio su possibili interferenze dovute alla sua presenza. Ma è una scelta di opportunità che spetta solo a lui"

BELLINZONA - Sollevare Norman Gobbi dalla guida della Sezione della Popolazione, mi sembra al momento una richiesta esagerata. Ma ministri e deputati legisti la smettano di esacerbare i rapporti con l'Italia.
 
È questo in sintesi il pensiero di Manuele Bertoli sul polverone politico che sta dominando il dibattito, a seguito dello scandalo permessi scoperchiato dall'inchiesta della magistratura. Il Consigliere di Stato socialista ha detto la sua in un'intervista al Caffè, toccando i punti salienti della vicenda. 
 
A cominciare dalla posizione del suo collega Norman Gobbi. Dal mondo della politica, in queste ore, c'è chi ha chiesto le dimissioni del ministro leghista e chi invece propone che Gobbi venga sollevato dalla guida della Sezione della popolazione. Sezione dove incastonato l'Ufficio della migrazione finito al centro di "permessopoli". 
 
"Al momento attuale, stando a quello che si conosce - afferma Bertoli - sia le dimissioni che questo passo indietro mi sembrano una richiesta esagerata e prematura. Potrebbe essere, semmai, una decisione autonoma del ministro, per dissipare qualsiasi dubbio su possibili interferenze dovute alla sua presenza. Ma è una scelta di opportunità che spetta solo a lui".
 
Il ministro socialista, nella conversazione con il domenicale, torna poi sull'affermazione di Gobbi di cui tanto si è discusso e che il Governo ha definito un errore di comunicazione ("fu un errore assumere un italiano"). "Spero - dichiara Bertoli - che le parole di Gobbi non siano state intenzionali e che si tratti davvero di uno scivolone, anche se ci sono stati in passato altri fatti analoghi. Non c’è proprio la necessità di esacerbare le relazioni con l’Italia. Questo dovrebbero capirlo sia i ministri che i deputati della Lega. Che ci siano dei problemi aperti tra il Ticino e le regioni italiane di confine è un conto, tutt’altro sono certe uscite che generalizzano, esprimendo per di più giudizi di valore. Sortite poco opportune".
 
Secondo Bertoli è necessario che il Ticino esca al più presto dal clima anti-italiano in cui vive il nostro Cantone: "Si è creata - dice - una cappa opprimente, un clima per di più ingiusto anche perché se ci sono dei problemi sul mercato del lavoro, non li hanno creati i frontalieri, ma chi li impiega con retribuzioni che alimentano il dumping salariale. Un segnale di cambiamento può arrivare solo dalla popolazione riducendo il sostegno a quelle forze che sono cresciute fomentando questo clima. Solo così il discorso politico potrà tornare alla normalità".  
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