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Cronaca
22.03.2017 - 09:510
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Archeologia nel Bellinzonese: scoperta a Gudo un’imponente struttura muraria di 20 metri risalente alla seconda età del Ferro

Si tratta presumibilmente di uno sbarramento o contenimento, costruito per trattenere e frenare le vigorose attività delle acque fluviali presenti nella zona, proteggendo le aree adibite all’insediamento, che dovevano trovarsi più a nord

GUDO - Dagli inizi di marzo il Servizio Archeologia dell’Ufficio dei beni culturali si trova impegnato in una nuova indagine archeologica nel comune di Gudo, dove gli scavi per l’edificazione di un complesso abitativo hanno permesso il ritrovamento di un’imponente struttura muraria, visibile per una lunghezza di 20 metri.


Essa si celava sotto una sequenza di strati e depositi alluvionali, dell’altezza di oltre 7 metri dall’attuale livello stradale e si trova in ottimo stato di conservazione.
 

Alcuni reperti ceramici e metallici rinvenuti in fase con la struttura consentono di datare l’epoca di impianto del muro alla seconda età del Ferro (IV-III sec. a.C.).
 

Si tratta presumibilmente di uno sbarramento o contenimento, costruito per trattenere e frenare le vigorose attività delle acque fluviali presenti nella zona, proteggendo le aree adibite all’insediamento, che dovevano trovarsi più a nord.
 

Questo nuovo importante ritrovamento archeologico si aggiunge a quello degli ultimi mesi presso il nucleo di Progero, dove per la costruzione di una nuova abitazione unifamiliare sono state individuate le tracce di un insediamento da riferire alle età del Bronzo.
 

La ricerca attualmente in corso permetterà di approfondire le conoscenze sulle modalità dell’insediamento umano nel territorio cantonale e di analizzare gli interventi di modifica dell’ambiente naturale messi in atto dagli antichi abitanti, che così proteggevano i propri siti dalle acque del fiume Ticino e dei suoi affluenti.
 

Ancora una volta l’indagine archeologica, condotta dal Servizio archeologico cantonale, vede coinvolta la SUPSI per la definizione delle caratteristiche dell’ambiente naturale antico e le strategie che ne hanno condizionato le scelte insediative. Vista l’unicità del ritrovamento, anche l’Ufficio dei corsi d’acqua del Dipartimento del territorio ha garantito una sua consulenza per l’interpretazione dei dati.

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