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Analisi
23.04.2017 - 13:400

Nè omofobia nè oscurantismo, ma solo metafore e paradossi per dire la preoccupazione per una società sempre più indebolita. E cito Zagrebelsky: "Oltre ai diritti dobbiamo rivalutare i doveri, nella prospettiva dell’appartenenza a un mondo che si regge su

Un paio di riflessioni s’impongono, visto che l'articolo di Andrea Leoni sta facendo molto discutere... L'obiettivo del collega non era quello di sostenere una posizione di intolleranza, ma solo di far riflettere partendo da un caso concreto (quello della ragazzina transgender di Ginevra) sull’indebolimento della società occidentale

di Marco Bazzi

Un paio di riflessioni s’impongono, visto che l'articolo di Andrea Leoni sta facendo molto discutere e vengo chiamato in causa anch’io come direttore di Liberatv, che come tale ha letto, approvato e intellettualmente condiviso il pezzo "incriminato" prima della pubblicazione (leggi qui).

A chi con un sarcasmo poco fantasioso ha voluto giocare con il nome della nostra testata in contrapposizione alle tesi dell'articolo di Leoni (come fate a pubblicare queste cose e ad avere la parola "Libera" nel marchio), rispondo che sì, Liberatv si chiama così proprio perché cerca di fare del giornalismo un esercizio e un luogo di dibattito (anche estremo e affrontando i tabù), e quindi di libertà, e non solo una catena di notizie o di opinioni convenzionali.

Personalmente non capisco bene cos’abbia suscitato reazioni tanto virulente sui social. Se la metafora delle ‘metastasi dell’Occidente’, o il paradosso del ‘meglio una teocrazia islamica di questo Occidente’, o ancora la critica alla politica scolastica di Ginevra, oppure ancora una superficiale lettura del testo… O semplicemente la sintesi ‘brutale’ del titolo. Tutte cose che possono aver urtato la sensibilità dei lettori, ma nelle quali non trovo nulla di scandaloso. Scandalose sono semmai certe reazioni e certi atti censori, con accuse di cyberbullismo (!)…

In ogni caso, l'obiettivo del collega non era quello di sostenere una posizione di intolleranza (e chi lo conosce sa che è un libertario convinto e non certo un oscurantista), ma solo di far riflettere partendo da un caso concreto (quello della ragazzina transgender di Ginevra, sul quale ognuno può avere opinioni diverse, ovviamente, e la mia non è di approvazione) sull’indebolimento della società occidentale, tema che ha già affrontato in altri articoli: come quello sul diritto universale al suicidio assistito al di là dello stato di salute, per esempio.

Le legittime e argomentate riflessioni di Leoni non sono assolutamente omofobe o intolleranti, al contrario di ciò che alcuni hanno sostenuto su Facebook. Se lo fossero non conterrebbero una citazione di Pier Paolo Pasolini e non partirebbero dall’antica Grecia, dove l’amore omosessuale era ampiamente accettato.
E nemmeno sono un inno alle teocrazie o al fondamentalismo islamico. Ci mancherebbe! Quella frase era un evidente paradosso per dire che dobbiamo ritrovare delle regole e dei valori chiari e condivisi se vogliamo opporci alla logica di chi vorrebbe uno stato islamico mondiale. Altrimenti saremo perdenti.

Credo che oggi più che mai dobbiamo tornare a pensare e a ripensare il nostro modello di società ripartendo non solo dai valori fondanti dell’Occidente (civili e religiosi, oso dire, e spero per questo di non essere linciato come accaduto a Leoni), ma anche e soprattutto dai doveri e non solo dai diritti. Diritti ai quali ci siamo troppo abituati e che pretendiamo che lo Stato ci garantisca.

Credo, in altre parole, che non dobbiamo accettare supinamente tutto quello che ci viene proposto, o imposto, dalle istituzioni e dai vari poteri, o dalle lobby o dai media che dominano la società.
Credo che non dobbiamo considerare tutto ‘normale’, dovuto, scontato e acquisito. E che dobbiamo invece profondamente interrogarci, come singoli e come comunità, sulle scelte che riguardano l’organizzazione sociale e che, come tali, toccano ogni individuo.
Credo anche che dobbiamo tornare a rivalutare un semplice concetto: che nella vita non è tutto gratis, che le cose e i diritti si devono conquistare con la fatica e con l’impegno e con la lotta. Solo così potremo ricostruire un modello di società in grado di sopravvivere ai troppi fanatismi che ci stanno minacciando. Una società fondata solo sui diritti è destinata a soccombere. In questo senso Leoni ha usato la metafora delle ‘metastasi dell’Occidente’.

In questi giorni ho letto un interessante saggio di Gustavo Zagrebelsky, illustre giurista e costituzionalista italiano. S’intitola “Diritti per forza”.

“Una cosa è il dovere come soggezione a un potere; un’altra cosa è il dovere come risposta a una chiamata in responsabilità nei confronti della condizione dei propri contemporanei e nei confronti di coloro che dovranno poter venire dopo di noi”, scrive Zagrebelsky.

E spiega: “Nei tempi recenti, dopo o accanto a quella che è stata l’ideologia vincente dei diritti umani, si è fatta strada l’esigenza di rivalutare i doveri, non più nella prospettiva della soggezione a un ordine imposto, ma nella prospettiva dell’appartenenza a un mondo che si regge su fragili equilibri e compatibilità, pena la catastrofe (…). Parlando di doveri senza Dèi e senza Sovrani, peroriamo la causa di noi stessi”.

E chiudo citando ancora Pasolini, che nel ’74 scrisse: “Mai la diversità è stata una colpa così spaventosa come in questo periodo di uguaglianza. L’uguaglianza non è stata infatti conquistata, ma è una falsa uguaglianza ricevuta in regalo”.

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