Polemica sulle ONG. Marco Chiesa a Franco Cavalli: "Solo una mente ideologizzata può attribuire ad altri determinate frasi e pensieri raccapriccianti. Si tratta di una scorrettezza umana prima che politica"

LUGANO - Marco Chiesa ci è rimasto male, umanamente. Il deputato UDC si dice infatti amareggiato per l’attacco sferrato via social da Franco Cavalli nei suoi confronti. Un colpo basso, a suo avviso, sferrato sotto la cintura del normale confronto politico tra avversari. 

 

Questo: “Il deputato UDC se la prende perché sembrerebbe che la Svizzera dia un sussidio ad una ONG che con un bastimento salva i migranti naufragati nel Mediterraneo...sembra che ne abbiamo già salvati varie migliaia. A Chiesa ciò non piace...sembrerebbe agire secondo il principio "solo un migrante annegato è un buon migrante”. Come ha detto il Papa chi si oppone ad aiutare questi disgraziati,si rende moralmente complice di omicidio”

 

“A Cavalli - dichiara Chiesa a Liberatv - non posso rispondere perché quanto lui afferma, io no l’ho mai detto e neppure mai pensato. Solo una mente estremamente ideologizzata può attribuire ad altri determinate frasi e pensieri raccapriccianti. Si tratta di una scorrettezza umana prima che politica che dal professor Cavalli proprio non mi sarei aspettato”.

 

“Quello che posso aggiungere nel merito - prosegue il deputato UDC - è che la stampa italiana ci ha accusato di foraggiare degli scafisti collusi con le ONG. È mio dovere di parlamentare verificare questa accusa. Anche perché nell’agosto 2015, a una specifica richiesta del collega socialista Carlo Sommaruga, il Consiglio Federale aveva detto di non ritenere prioritario il sostegno finanziario a queste organizzazioni. Poi nel 2016 hanno staccato un’assegno da 250’00 franchi appellandosi all’emergenza umanitaria. Come se appena un anno prima tale emergenza non fosse già in atto….”.

 

“Il dibattito su come operano alcune ONG - aggiunge Chiesa nella sua riflessione -  è aperto. Ci sono dei procedimenti giudiziari aperti e le accuse di Frontex (l’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera) sono molto gravi. Sono circostanze che vanno assolutamente verificate soprattutto per tutelare il buon nome di chi salva le persone in mare da morti drammatiche, senza alcun interesse se non quello umanitario”.

 

“Non dimentichiamo, infatti - conclude il deputato UDC - che l’immigrazione è indiscutibilmente un business, dove purtroppo c’è anche la zampino della criminalità organizzata. Come dimostrano svariate inchieste giudiziarie sui centri di accoglienza e sulle cooperative in Italia. Chiudere gli occhi vorrebbe dire diventare complici di fenomeni criminali, che al contrario devono essere combattuti ed estirpati”.