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Quarto Potere
31.05.2017 - 09:060
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Caro Crotta, dopo i licenziamenti Mammone difende le scelte di 'Patti Chiari': "Eravamo coscienti che l'azienda non ne sarebbe uscita indenne. Ma cittadini e consumatori avevano il diritto di sapere!". Ma Kneschaurek butta là una domanda sibillina: "Chi h

Mammone: "I cittadini e i consumatori avevano il diritto di sapere in quali condizioni venivano confezionati insalate, minestrone e verdure che compravano nei più importanti supermercati della Svizzera italiana!". L'ex presidente degli albergatori: "È più importante tutelare anonimi da ritorsioni che 40 posti di lavoro?"

LUGANO – “Quello che temevamo è successo. Enzo Crotta ha annunciato oggi il licenziamento cautelativo dei suoi dipendenti. È un’eventualità che, prima di andare in onda, abbiamo più volte discusso: quanto emergeva dalla nostra inchiesta era troppo grave perché l’azienda potesse uscirne indenne. Ne eravamo coscienti e la prospettiva ci preoccupava”.

La redazione di ‘Patti Chiari’ prende posizione sul caso Crotta. Lo fa sulla bacheca Facebook della trasmissione della RSI condotta da Lorenzo Mammone dopo le 40 lettere di licenziamento inviate dall’azienda agricola ai dipendenti (leggi qui)

“Ma cosa avremmo potuto fare? – si chiedono Mammone e colleghi -. Tenere per noi quanto avevamo scoperto? No, non potevamo: i cittadini e i consumatori avevano il diritto di sapere in quali condizioni venivano confezionati insalate, minestrone e verdure che compravano nei più importanti supermercati della Svizzera italiana!
Il nostro lavoro è informare e lo abbiamo fatto. Con rigore, senza cercare effetti speciali. Al termine di un’inchiesta approfondita, sulla quale abbiamo lavorato a lungo. Va ricordato che le testimonianze degli ex dipendenti sono state solo il punto di partenza: ma poi siamo stati più volte da Crotta, gli abbiamo dato la parola, abbiamo visto e filmato la sua azienda. Ed è proprio in base a questi elementi – non le fotografie scattate dagli ex dipendenti – che gli esperti hanno giudicato inaccettabili le condizioni di pulizia e igiene dell’azienda.
Di conseguenza, per quanto dispiaciuti e umanamente vicini ai dipendenti che da dopodomani saranno senza lavoro, non siamo responsabili di quanto succede oggi: responsabile è chi ha diretto l’azienda e chi ha permesso per anni a Enzo Crotta di lavorare in modo manifestamente non conforme alle esigenze odierne dell’industria agro-alimentare”.

Una presa di posizione chiara che ha però scatenato un’ondata di scetticismo sul social. Tra i molti che non condividono le spiegazioni di ‘Patti Chiari’ c’è l’ex deputato ed ex presidente degli albergatori Corrado Kneschaurek, che scrive: “Nella triste vicenda Crotta, al di là di strascichi giudiziari, mi pongo qualche domanda. Mammone sostiene in una lunga presa di posizione che la redazione di Patti Chiari ha valutato e ponderato a lungo le conseguenze che il servizio avrebbe potuto avere, ma che il dovere di informazione all'utenza ha prevalso. Se il dovere di informazione è così importante come mai i denunciatori sono rimasti anonimi? Io vorrei conoscere i loro nomi e cognomi. È più importante tutelare anonimi da ritorsioni che 40 posti di lavoro? Come mai per la grande distribuzione e con il Cantone non si fanno nomi e cognomi dei responsabili? (evidentemente hanno mezzi, strutture e avvocati a loro disposizione) e come mai nessuna testimonianza di chi è stato male mangiando il minestrone? (mi risulta che non vi siano casi di intossicazione alimentare)”.
Infine Kneschaurek butta lì una domanda sibillina:  “Una domandina che finora nessuno si è posto: chi ha interesse a far fallire Crotta e mettere mano sui suoi terreni? Con una variante di piano regolatore…
Per quanto mi concerne più che le verdure resta indigesta la trasmissione”.

Red


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