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Cronaca
21.06.2017 - 08:130
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Capitan Roby Bottani racconta la sua triste storia: "Sono arrabbiato con i miei soci. Da capitano della barca sono diventato un semplice mozzo. Non ho più nemmeno la possibilità di salire a bordo della mia Katjaboat. Chi mi dà una mano a riprendere il lag

Lo sfogo di Roberto Bottani: "Sono triste a dover vedere il mio progetto solamente da terra, sono amareggiato di dover constatare che il profitto abbia prevalso sulla conduzione famigliare ed i principi originari con i quali è nata e cresciuta l’esperienza del Katjaboat"

di Roberto Bottani, Capitan Roby

Ho sempre amato il lago e il mare ed ho sempre amato l’attività della ristorazione. Oltre 20 fa ho cosi iniziato la mia esperienza con il katjaboat. Katja dal nome di mia figlia. Essere operativo con un bar sulle acque del lago Verbano è sempre stata la mia attività che ho svolto con passione e dedizione.

All’inizio l’attività era casalinga e contenuta, pian piano, considerato che questo tipo di attività piaceva ed era apprezzato, ho cercato di adattarla sempre più alle esigenze tenuto presente le mie limitate risorse finanziarie.
L’attività ha sempre avuto molto successo durante il periodo estivo con estati calde e prolungate. Durante l’inverno era ridotta alla manutenzione del natante e all’organizzazione dell’attività della stagione futura.

Il nome di capitano Bottani è indissociabile da quello di Katjaboat. L’unica attività sul lago Verbano di questo genere. Nella mia semplicità, nella mia cordialità e famigliarità sono sempre riuscito a farmi apprezzare da tutta la mia clientela. Non solamente nel locarnese conoscono la Katjaboat e la sua accoglienza famigliare, anche in tutto il Ticino e in tutta la Svizzera e a volte anche da oltre i confini confederati alcuni mi conoscono.

Queste soddisfazioni sono dunque il risultato di oltre 20 anni di sacrifici dedizione e impegno che ho messo nel mio progetto divenuto realtà.

Purtroppo agli inizi del 2015 la mia vecchia barca necessitava parecchia manutenzione, sia per quanto riguarda la struttura sia per quanto riguarda confort e sicurezza. Ahimé, gli investimenti previsti mi avevano fatto rinunciare a proseguire in questa avventura durata oltre 20 anni. Gli anni da una parte e l’impegno finanziario dall’altra non giocavano a mio favore. Cosi che la mia Katjaboat fu tolta dall’acqua e mandata a definitivo riposo.

Discutendo con un amico di Lucerna il quale lavora anche lui nel settore della ristorazione sui battelli, mi ha offerto la possibilità di aiutarmi con un finanziamento per ricostruire la barca. All’inizio l’operazione doveva essere di circa mezzo milione di franchi da ammortizzare nel corso degli anni. L’accordo fu che io mettevo il nome, la storia e la mia esperienza e dall’altra parte l’amico avrebbe messo i soldi. Sarei rimasto il capitano della barca e il finanziatore non avrebbe interferito in quello che era la gestione.

Si fondò la società e si diede inizio alla costruzione della barca, il Katjaboat II. Al duo si aggiunse anche una terza persona e il costo del progetto lievito a più del doppio del previsto.

Lo scorso autunno la barca, proveniente da un cantiere dalla Germania, veniva messa in acqua e collaudata. Sembrava che un sogno si realizzasse, un nuovo fiammante Katjaboat era nato sulle rive del lago. Inoltre, finalmente avevo anche ottenuto un pontile dove fare ormeggiare la barca durante tutto l’anno. In effetti con il primo katjaboat non ero mai riuscito a trovare un mio pontile personale.

Già durante l’inverno però sono iniziate le incomprensioni tra me e il finanziatore il quale, o meglio tra me e il terzo arrivato, in merito alla conduzione del progetto. Contrariamente agli accordi presi in origine, da capitano della barca sono diventato un semplice mozzo agli ordini, per altro mai troppo chiari degli altri soci. Nonostante le buone intenzioni di voler superare ogni ostacolo, ad oggi mi trovo senza nemmeno le chiavi della barca in quanto i miei due soci mi hanno chiesto di riconsegnarle. Ad oggi non ho nemmeno la possibilità di salire a bordo della mia Katjaboat.

Ho sempre ringraziato il mio socio benefattore per il fatto di aver messo a disposizione il capitale per l’acquisto del nuovo natante, ma credo da un lato di essere stato ingannato. Io ho ceduto il mio nome, la mia storia e la mia idea ed ora, per una mossa societaria sono stato messo in minoranza e… fuori dalla barca.

Sono triste a dover vedere il mio progetto solamente da terra, sono amareggiato di dover constatare che il profitto abbia prevalso sulla conduzione famigliare ed i principi originari con i quali è nata e cresciuta l’esperienza del Katjaboat, sono arrabbiato di come il mio amico e soprattutto il suo socio abbiano gettato a mare la mia persona e la mia ventennale esperienza.

Sono sempre socio (minoritario) della società Katjaboat Sa, ma con la mia minoranza non penso mi sarà possibile riprendere il timone di questa avventura che mi ha permesso di navigare con orgoglio per oltre 20 anni e che mi ha permesso di farmi conoscere ed apprezzare da tutti.

Il mio appello è quello di trovare un imprenditore, che sia disposto a ritirare il progetto e permettermi di riprendere la rotta che la Katjaboat ha sempre avuto e che è sempre stata apprezzata, un ambiente famigliare, discreto e simpatico dove trascorrere qualche ora in piena tranquillità. Il mio katjaboat è questo e nessuno potrà mai cambiarlo.

Per ora dunque il capitano resta a terra!



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