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Politica e Potere
23.06.2017 - 10:370
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il PPD cannoneggia contro Alex Farinelli: "Sul dossier Argo 1 gestione a dir poco dilettantesca da parte sua. Ci sono altre e-mail nascoste?"

In un articolo apparso su Popolo e Libertà, duro attacco contro il capogruppo PLR e presidente della Sottocommissione che sta indagando sullo scandalo: "I liberali non hanno mancato neppure questa occasione per manifestare il proprio DNA, credendo di poter fare il bello e il brutto e gestire le cose tra pochi intimi, come avveniva nel secolo scorso"

BELLINZONA - Scandalo Argo 1: il PPD va all’attacco di Alex Farinelli. E lo fa attraverso un durissimo articolo pubblicato da Popolo e Libertà, firmato con lo pseudonimo “controspillo”.

 

“Certo che i colleghi del PLR - si legge nel testo - sempre pronti a fare la morale quando si tratta delle cose degli altri, stavolta l’hanno fatta grossa. Come mai tutto tace e non hanno nulla da dire sulla gestione a dir poco eufemisticamente dilettantesca dell’affaire Argo1 da parte del coordinatore della sottocommissione vigilanza nonché capogruppo in Gran Consiglio Alex Farinelli? L’ultima chicca si è scoperta in questi giorni di canicola, grazie alle indiscrezioni uscite sulla Regione che riferivano di voci circa l’esistenza di un documento nel quale il capo ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento, nonché vicesindaco PLR di Giornico Renato Scheurer voleva precisare la propria versione circa il mandato alla ditta di sorveglianza Argo1. Fino a qui nulla da dire, ognuno è libero di precisare quello che ritiene, ci mancherebbe altro. Salvo che il buon Farinelli se n’è guardato bene dall’informare dapprima i colleghi degli altri partiti in sottocommissione vigilanza, incaricati alla pari di Farinelli dalla Commissione della Gestione di far luce su questa intricata vicenda, e poi neppure la presidente della commissione Pelin Kandemir Bordoli, la quale, incalzata dai giornalisti ma ignara di quanto nascondesse Farinelli, ha rilasciato, suo malgrado, dichiarazioni non corrette alla stampa e ai ticinesi”.

 

“Informazioni importanti - si legge ancora nell’articolo - che richiedevano approfondimenti, delle quali si è venuti a conoscenza grazie a indiscrezioni giornalistiche, nonostante fossero senza nessuna possibilità di equivoco indirizzate al coordinatore della sottocommissione (e quindi a tutta la sottocommissione), e non ad un amico di merenda come si vorrebbe far credere. Nonostante ciò Farinelli, sorpreso con le mani nella marmellata, ha avuto la pessima idea di dichiarare alla Regione, testuali parole: “L’ho considerata una comunicazione privata indirizzata a me, non un atto che andava alla sottocommissione”. Una comunicazione talmente privata e priva di significato che il buon Farinelli, sempre tenendo all’oscuro i colleghi e la presidente della Gestione, ha però pensato bene di inviarla in fretta e furia al procuratore che si sta occupando del caso. A questo punto sorge spontanea una domanda: ci sono altre informazioni/email/missive/lettere delle quali non si è a conoscenza?”. Oppure dobbiamo aspettare di leggerle ancora sulla stampa?”.

 

“Dell’intricata questione e delle dichiarazioni a dir poco contraddittorie che si leggono nei verbali di audizione dei vari interessati - attacca ancora il PPD _ se ne occuperà la commissione della Gestione e c’è da augurarsi che venga fatta, al contrario di quanto fatto finora, massima trasparenza, magari andando a scavare anche un po’ nel passato, in tutti i dipartimenti, dando quindi mandato a qualcuno di neutro e lontano dalla politica e dall’amministrazione, che sappia garantire indipendenza. Quel che è certo è che i liberali non hanno mancato neppure questa occasione per manifestare il proprio DNA, credendo di poter fare il bello e il brutto e gestire le cose tra pochi intimi, come avveniva nel secolo scorso, tenendo vergognosamente all’oscuro gli altri colleghi e ingannando la presidente della commissione della Gestione”.

 

“Che sia chiaro - termina il PPD - a noi Alex piace, ci sta simpatico e lo riteniamo un ragazzo di buone speranze. Tuttavia, a questo punto, di fronte a questo clamoroso scivolone, si presume dovuto all’impeto della giovane età o a qualche consigliere vecchio stampo, per riguadagnare quel minimo di credibilità che è indispensabile in questi casi, il buon Farinelli farebbe bene per lo meno a riconoscere l’errore pubblicamente senza accampare scuse e quindi fare ammenda con i propri colleghi”.

 

Cosa che in effetti Farinelli ieri ha già in parte fatto (leggi articolo correlato).

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