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Cronaca
25.06.2017 - 18:400
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

"Sapevo che un giorno avrebbe fatto qualcosa: l'accusava di avere un amante”. La drammatica testimonianza della figlia della donna uccisa dal marito ad Ascona: "Mia madre vittima di minacce: spero che ora la legge cambi"

Le parole pesanti come macigni della ragazza che racconta come la madre fosse da tempo vessata dal 54enne che l'ha uccisa: su di lui anche un ingiunzione per non avvicinarsi alla donna. "Non parlo per me, io una madre non l’ho più, ma per gli altri. Non voglio che qualcuno perda i propri cari perché nessuno è stato capace di proteggere chi è vittima di minacce"

ASCONA - "Sapevo che un giorno avrebbe fatto qualcosa”. Sono parole pesanti come macigni quelli della figlia della donna uccisa ad Ascona dal marito venerdì scorso. Parole affidate alla RSI e che confermano le indiscrezioni circolate nelle scorse ore. In particolare sulle minacce che il 54enne macedone ("O stai con me o ti ammazzo”, racconta oggi la figlia) rivolgeva da tempo alla 38enne freddata sulla rampa dell’autosilo della Migros con una pistola calibro 9.


 


C’è di più: sull’uomo - che dopo aver sparato alla moglie si è sparato alla testa senza tuttavia riuscire a suicidarsi - pendeva un’ingiunzione che lo obbligava a mantenersi ad una distanza di 300 metri dalla moglie, proprio a cause delle ripetute minacce.

 

L’assassino, tre mesi fa, avrebbe inoltre minacciato con un coltello moglie, le sue due figlie e un familiare amico della coppia: “Dopo questo fatto ci siamo rivolti alla polizia”, racconta sempre la ragazza. “Accusava mia madre di avere un amante”.

 

Ma purtroppo gli allarmi non sono serviti a salvare la donna. Ed è per questo che la figlia ha deciso di parlare pubblicamente.

 

"Questa intervista non è per me, io una madre non l’ho più - racconta la ragazza - ma per gli altri. Spero che la legge cambierà: non voglio che qualcuno perda i propri cari perché nessuno è stato capace di proteggere chi è vittima di minacce".

 

“La colpa - ha tenuto a sottolineare la ragazza - non è della polizia che ha le mani legate. Ma non è possibile che non si possano fare più controlli nei confronti di chi è stato denunciato”.

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