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04.07.2017 - 12:150

Perché ci sentiamo un po' tutti (o quasi) dei piccoli Fantozzi. Le tragiche vicende dell’impiegato nato dalla fantasia di Paolo Villaggio sono sempre di più la triste metafora della vita quotidiana di migliaia di lavoratori

Curiosando tra le pagine della raccolta di racconti che Villaggio intitolò semplicemente 'Fantozzi'...

La crisi, l’incertezza del lavoro, la globalizzazione, le concentrazioni aziendali e la nascita di “mega-direzioni generali” producono tanti piccoli Fantozzi (Fantocci, per i megadirettori). E le tragiche vicende dell’impiegato nato dalla fantasia di Paolo Villaggio sono sempre di più la triste metafora della vita quotidiana di migliaia di lavoratori.

Ugo Fantozzi è stato il prototipo del piccolo impiegato italiano che, oltre a subire frustrazioni e umiliazioni sul lavoro, era vittima di una “sfiga” inarrestabile e persecutoria.

Le sue disavventure fanno parte dell’immaginario collettivo, come i personaggi che lo circondano: la signorina Silvani, Fracchia (nelle versioni successive il ragionier Filini), la moglie Pina, la figlia Mariangela (la “scimmia”), la contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare…

I film hanno reso celebre il “ragioniere”, ma le sue vicende sono narrate anche in alcuni libri. Il primo si intitola semplicemente Fantozzi (edizioni Bur). È scritto, premetteva Villaggio, in italiano “impiegatizio” ed è frutto della sua esperienza giovanile in un “burosaurico complesso industriale”.
C’è aria di crisi nell’azienda di Fantozzi. Occorrono nuovi fondi per scongiurare la chiusura. E sono in corso trattative con un finanziatore tedesco, il professor Otto Kraus.

“A livello Fantozzi arrivavano notizie ora confortanti ora terribili, ma per tutti a dire il vero, anche a livello direzionale, gli ultimi tre mesi erano stati pieni di paure e di incubi notturni”.

Finalmente, arriva Kraus con i soldi. E Fantozzi viene incaricato di andarlo a prendere in aeroporto una domenica mattina e fargli passare qualche ora spensierata in città prima del decisivo incontro con la Direzione generale. Fantozzi, munito di grammatica tedesca, lo porta al circo, dove il professore viene incornato da un rinoceronte.

“Fantozzi non osò neppure telefonare in ufficio, e dopo due settimane lo trovarono sulle colline che predicava e aveva allineato sull’erba dei pani e dei pesci, e prometteva ad una folla inesistente che li avrebbe moltiplicati”.

Il tempo libero Fantozzi lo passa spesso con il collega Fracchia. Un giorno vanno in campeggio e durante il montaggio della tenda Fracchia gli vibra una tremenda martellata sul dito. “Fantozzi si ricordò che non erano ammessi rumori e si avventò per un chilometro nella boscaglia e solo quando fu fuori portata di voce squarciò la notte con un ululato preistorico”.

C’è poi la storia del ballo in maschera organizzato dalla contessa Serbelloni, al quale Fracchia e Fantozzi vengono invitati dal loro capoufficio, il temibile conte Gavazzeni. Al termine del ballo le dame sciamano nel bosco. Fantozzi ne rincorre una: “Cercò di baciare la sua dama. Le strappò il velo e si trovò faccia a faccia con il ragionier Fonelli dell’ufficio legale che aveva fama di noto omosessuale”.

emmebi

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