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13.08.2017 - 17:560
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Ascona: un delitto annunciato. Il 54enne macedone era già stato indagato poche settimane prima di uccidere la moglie: l'aveva minacciata con un coltello

L'inchiesta, purtroppo, finì in un non luogo a procedere per insufficienza di prove. Nelle settimane successive, nonostante fosse in atto la separazione e avesse il divieto di avvicinarla, l’uomo continuò a importunare la donna fino al drammatico epilogo

ASCONA - Fin dalle prime ricostruzioni era apparso come un delitto annunciato. Del resto anche le parole della figlia della donna uccisa dal marito all’entrata dell’autosilo della Migros di Ascona, aveva confermato questa tesi (leggi articolo correlato). E purtroppo anche l’ultimo tassello di questo drammatico mosaico tratteggia questo disegno.

 

Il 54enne macedone che quella mattina di inizio estate, era il 23 giugno, uccise la consorte a colpi di pistola, era infatti già stato indagato dal Ministero Pubblico poco tempo prima del delitto. Come riferisce la RSI, il 2 aprile scorso, l’uomo, armato di coltello, aveva minacciato la moglie. Di qui l’intervento della polizia, a cui era seguito un procedimento penale aperto d’ufficio.

 

Un’inchiesta purtroppo finita nel nulla - non luogo a procedere - per insufficienza di prove. Nelle settimane successive, nonostante fosse in atto la separazione e avesse il divieto di avvicinarla, l’uomo continuò a importunare la donna fino al drammatico epilogo.

 

Il 54enne, ricordiamo, dopo aver sparato alla moglie ha tentato di suicidarsi. Da fine di luglio si trova alla Farera. Il Procuratore Pubblico Antonio Perugini ha ipotizzato nei suoi confronti l’accusa di assassinio.

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