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23.08.2017 - 11:390
Aggiornamento: 07.01.2019 - 14:10

Matteo Pelli mette la minigonna a Teleticino. "Leggerezza" e "low cost" le parole d'ordine. Il nuovo direttore svela le carte e detta la linea: "Idee e cuore sono oggi la chiave per fare una bella televisione"

Analisi, pensieri e chiacchiere estive con Matteo Pelli sul futuro della televisione generalista e sul nuovo palinsesto dell'emittente di Melide: "In un anno punto al salto di qualità in termini di ascolti. E se in futuro dovessero esserci le risorse..."

di Andrea Leoni


Un giorno Gianni Agnelli, commentando i risultati della prima direzione di Paolo Mieli al Corriere della Sera, chiosò il discorso con la consueta battuta salace: “Ha messo la minigonna al giornale”. Lo stessa formula si sarebbe potuta utilizzare per la direzione di Carlo Verdelli alla Gazzetta dello Sport, quando con un Rompipallone e un formato più consono alla frenesia degli anni 2000, traghettò la Rosea nella modernità.

 

Teleticino non porta sulle spalle il peso degli anni di un quotidiano cartaceo, ma certo la televisione generalista, dopo una storia dominante e gloriosa, attraversa un po’ ovunque un periodo di crisi. Una crisi di identità, innanzitutto, esplicitata ormai quotidianamente sia dall’online che dalla stessa evoluzione televisiva (guardo ciò che voglio, quando voglio), che ne mettono in discussione la colonna portante: il palinsesto. È quindi in atto, pena la sopravvivenza, un radicale ripensamento della struttura e del linguaggio della televisione classica. Un’autentica rivoluzione che, negli auspici di chi è impegnato in quest’opera, si spera possa portare a un passaggio di testimone tra vecchi e nuovi consumatori.

 

Ecco quindi che la metafora della minigonna, può essere presa a prestito anche per descrivere il lavoro che Matteo Pelli ha svolto negli ultimi mesi per riformare il palinsesto dell’emittente che gli è stata affidata. Quanto andrete a leggere e il riassunto di alcune chiacchiere estive intercorse tra il sottoscritto e il direttore di Teleticino. Un confronto aperto tra due appassionati della “scatola” e, più nel merito, su alcuni prodotti che Pelli ci ha mostrato in anteprima e che potrete vedere in onda a partire da lunedì prossimo, 28 agosto, su Teleticino. Per l’informazione puntuale rimandiamo il lettore ai mezzi di comunicazione che riferiranno dei contenuti illustrati in conferenza stampa questa mattina. Qui faremo un discorso più analitico.

 

“Leggerezza e low cost”

 


Leggerezza e low cost sono le parole d’ordine. E se la prima riassume uno dei tratti principali della cifra artistica di Pelli, la seconda è una dichiarazione d’intenti, mossa da intelligenza e paraculaggine, quasi sinonimi nella fattispecie, per esplicitare una condizione di “povertà” - rispetto ad altri siti, Comano in primis - e trasformala in un vantaggio. Un espediente vecchio come il Mondo ma efficace - se supportato dal talento, dalla voglia e dalla professionalità - poiché nelle intenzioni ricerca un rapporto di sincerità e di condivisione con il pubblico. Il messaggio, “slangato” in parole per tutti, si potrebbe tradurre come segue. Siamo un volo low cost e non fingiamo di essere la prima classe di una compagnia di Abu Dhabi, con raddobbi pacchiani su sedili sgualciti, che infine risulterebbero solo che patetici. Niente champagne nel bicchiere di plastica. Vi offriamo altro ma quell’altro lo sappiamo far bene, forse meglio di tutti. Nel massimo delle aspirazioni possibili.

 

“Cuore e idee”

 

“Sono convinto che oggi, con idee e cuore, la tecnologia consenta di fare una bella televisione. Idee e cuore: questa secondo me è la chiave”. E Matteo Pelli ha messo cuore e idee in questa sua estate: “Ho anche trascurato un po’ la famiglia per buttarmi a capofitto in questo progetto. Sai, ho anche un figlio piccolo che adoro, e un po’ mi è costato essere così assente….ma era necessario farlo in questo momento. Non sai quante notti a immaginare programmi o a rivederli…ora però sono soddisfatto del risultato”.

 

E i frutti di questo lavoro saranno immediatamente visibili e percepibili al pubblico, anche a quello più distratto. Attenzione: non parliamo qui di bello o brutto, di idee riuscite o meno. Ma di una linea, di un’impronta, di una firma: guardando Teleticino da lunedì prossimo sarà chiaro a tutti che si tratta di una televisione diretta da Matteo Pelli. E questo era per lui il primo obbiettivo da raggiungere: del resto è il motivo principale per il quale è stato incaricato.

 

Le nuove tecnologie

 

In particolare, questa svolta, sarà evidente nella fascia in cui più ha messo mano il neo direttore: quella tra le 17.58 e la prima serata, che torna alle 20.30. Ci sarà un gioco quotidiano condotto da Danny Morandi (18.30), che segnala un altro crocevia del percorso tracciato da Pelli: la fusion con l’altra emittente da lui diretta, Radio 3i. Una combinazione, quella di mescolare radio e televisione, volti e voci, che altrove ha già dato risultati significativi, ma che presenta insidie a cui prestare grande attenzione. Non si tratta di una formula matematica dall’esito certo: si possono infatti creare situazioni contraddittorie e non ugualmente paganti per i due mezzi. Tuttavia questa è la scommessa su cui Pelli ha deciso di puntare le sue fiches. E così, il lunedì alle 19.20, andrà sugli schermi anche il duo radiofonico dei Blues Brothers con il programma “In Ticino non c’è niente da fare”. Quest’ultimo format concretizza le parole d’ordine “leggerezza e low cost". Cioè un programma ironico girato interamente con gli smartphone. La sperimentazione del linguaggio attraverso le nuove tecnologie lo ritroviamo, sotto varie forme, un po’ ovunque nelle trasmissioni. Se ne fa ampio uso in “Trecks in città” (martedì, 19.20) o in Ticino Estremo, mercoledì alla stessa ora. Quest’ultimo programma, dedicato agli sport estremi, apre le porte della televisione ticinese agli youtuber (Enrico Smeraldi), e ha il luccichìo di un gioiellino.

 

“Il lavoro che mi entusiasma di più”

 

Ora, se non possiamo che condividere l’approccio sperimentale e intelligentemente squattrinato, un giudizio complessivo lo si potrà dare soltanto guardando nell’insieme il palinsesto, soprattutto le dirette. Se la leggerezza è zucchero e la serietà è sale, per le dosi vale lo stesso principio: deve essercene il giusto. Altrimenti storpia e viene a noia in fretta. Uguale discorso anche per l’utilizzo delle nuove tecnologie: se è giustificato ed equilibrato, funziona, se diventa ostentato e ridondante, no. Fighi “poveri” ma mai sfigati.

 

E questo sarà il lavoro più importante che impegnerà Matteo Pelli una volta che la nave sarà in mare: dosare, correggere, tagliare di netto, anche, là dove è necessario e ogni volta che lo sarà. Con coraggio. Dovrà mantenere salda la rotta senza tuttavia innamorarsi delle idee, come capita a tutti noi professionisti della comunicazione. “Questo è il lavoro che mi entusiasma di più. Quello di poter lavorare insieme ai collaboratori e incidere quotidianamente sui prodotti per migliorarli. Terrò molto presenti i dati quotidiani e settimanali di ascolto, che sono il nostro strumento per misurarci con il pubblico”.

 

L’informazione come contrappeso

 


Il principale contrappeso, rispetto all’intrattenimento portato da Pelli con le nuove trasmissioni, sarà l’informazione. E qui la sfida più intrigante, e più difficile, difficilissima, se la cucca il neo vicedirettore Sacha Dalcol. Il suo Tg Talk (dal lunedì al venerdì alle 19.45, il TG rimane nella tradizionale collocazione delle 18.45) dovrà coniugare, in un orario duro come la steppa siberiana (tra Quotidiano e TG e ad un’ora della giornata dove tutti sanno ormai tutto), sale e zucchero, serietà e leggerezza, informazione e intrattenimento. Avrà uno studio nuovo, gli strumenti per essere interattivo e connesso, e la redazione per confezionare contenuti e approfondirli. Le qualità e il talento non gli mancano. Gli serviranno pazienza e fortuna. Dovesse riuscire l’operazione sarà il vero capolavoro del nuovo palinsesto. Auguri a lui e alla sua squadra: tecnici e giornalisti.

 

Tra nuovi linguaggi, tradizione e competenze

 

Il resto del bilanciamento toccherà alle prime serate e alla tradizione e alle competenze che Teleticino porta in pancia, per eredità e nel presente. La storia conta sempre e la storia la fanno le persone che negli anni riescono a lasciare un segno con il loro lavoro. Un segno che è come polvere di stelle: non si acquista da nessuna parte. Rimane nell’aria e sopravvive agli inevitabili tumulti di ogni cronaca professionale. A questo proposito mi fa piacere citare una persona che non si vede mai in video, ma che assolutamente fa parte di questo di questo discorso: Antonello Pasquale, regista. Un vero architetto della magia che continuerà a disegnare immagini, vestendo i pensieri e rendendoli in questo modo visibili sullo schermo. 


 


Se da un lato, infatti, la televisione ha un bisogno irrinunciabile di nuovi linguaggi, allo stesso tempo non può rinunciare alla sua natura. Che è fatta di scene, inquadrature, luci, drammaturgia, volti. Si può fare una messa nel bosco, ma la liturgia trova la sua massima espressione in Chiesa.

 

Il nuovo programma di Luca Sciarini


 


Nella fascia oraria della prima serata l’unico elemento di sostanziale novità è rappresentato dalla rivisitazione di Fuorigioco del giovedì (21.00), condotto da Luca Sciarini, che imboccherà la via del Talk, sganciandosi dall’attualità e dalla cronaca in senso stretto. A tal proposito val la pena di osservare come la chiacchiera, diversamente detta dibattito, continui ad avere un ruolo centrale nella televisione generalista. Lo dimostrano anche i dati strabilianti di alcune televisioni locali, che fondano la loro stessa esistenza sul confronto in studio tra opinionisti.

 

E il #matteopelli cosa fa?

 


E il #matteopelli cosa fa a parte il direttore? Ho tenuto per il finale il nuovo programma che segna il ritorno in video del più bravo tra gli intrattenitore ticinesi degli ultimi anni. Il nome è “Bloc notis” e andrà in onda il giovedì alle 20.30. La formula: lui, un ospite e una telecamera che li segue in esterna. Durata: 20 minuti.

 

Il programma è l’emblema della nuova linea. Il manifesto, si sarebbe detto se si parlasse di politica. Per Pelli si tratta di un ritorno in video saggio perché rischioso il giusto, in mezzo a tanti rischi. Credo che rappresenti con precisione il suo status attuale, peraltro vissuto da molti showman prima di lui. Dopo un rosario di trasmissioni di consumo e di successo - dai quiz ai grandi eventi - c’è la voglia di misurarsi con il piccolo, con i ritratti e con i ritagli, in una prospettiva intima. E in questo esercizio emerge tutta la sua trasversalità: arrivare con la stessa confidenza al pubblico “normale” e alla gente che piace. La trasmissione regala così elementi introspettivi e spassosi (imperdibile la scena in cui Pelli spinge una vecchia Mini con a bordo Sergio Ermotti, per tentare di riavviarla). Ma se in una puntata c’è il CEO di UBS come protagonista in un’altra c’è un prete di quartiere, che racconta la sua quotidianità. Il programma quindi - dagli spezzoni che abbiamo potuto vedere - è ben fatto e godibile. Funzionerà senz’altro. Anche se, con il tempo e la pazienza che quest’estate non poteva concedere, Pelli dovrà rafforzarlo, affinarlo e ripulirlo in alcuni suoi aspetti e in alcuni passaggi narrativi.

 

L’attesa

 

In conclusione non possiamo che parlare delle aspettative. Che sono molte, inutile negarlo. Lui vive l’esordio miscelando l’ansia di un debuttante e la pignoleria di un attore consumato che, dopo anni di brillante carriera, non può permettersi di incappare in una brutta figura. E fa bene perché questa è l’attitudine corretta per continuare ad ottenere risultati e perché ha necessità, come avvenuto per Radio 3i, di una narrazione di successo per guadagnare tempo e continuare a sviluppare il suo lavoro. “Io so di essere nato con il numero 10 sulla camicia. Sono stato fortunato. Ma cerco di onorare questa fortuna impegnandomi al massimo in ogni situazione. Lavoro sodo ogni giorno con umiltà, dedizione ed entusiasmo. Lo stesso chiedo ai miei collaboratori, che considero la mia famiglia lavorativa. Sono convinto che se sapremo mantenere l’entusiasmo di queste prime settimane ci toglieremo delle belle soddisfazioni”. Soddisfazioni che vanno comunque sempre intrecciate con l’ambizione dell’uomo e il suo gusto per la sfida: “In un anno punto al salto di qualità in termini di ascolti. E se in futuro dovessero esserci le risorse per lanciare una sfida più ampia, non mi tirerò indietro….”.

 

Se fossi in Matteo Pelli non avrei immediate preoccupazioni rispetto al riscontro dei telespettatori. Le condizioni in cui comincia sono ottimali per dare uno scossone e tentare uno scatto. E poi c’è il suo pubblico, che è suo, indipendentemente da ciò che fa (“Sì, sono fortunato anche in questo: mi vogliono bene”), e che non mancherà di dargli credito e fiducia per questa nuova sfida. Poi dovrà tenerli lì e su questo base costruire giorno dopo giorno.

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