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Quarto Potere
27.08.2017 - 17:340
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

La RSI (cifre alla mano) respinge l'accusa di silenziare la Lega nei suoi programmi radiofonici: “Se 261 interviste in sei mesi vi sembrano poche…”. E promette un audit esterno per dimostrare la propria imparzialità

La radiotelevisione pubblica replica allo studio dell'UFCOM: "È stato fatto sulla base di una "settimana artificiale", prendendo un lunedì di gennaio, un martedì di febbraio e così via per sette giornate. Sarebbe come calcolare quanto è piovuto nel 2016 guardando che tempo ha fatto in 7 giorni scelti a caso".

COMANO - “Se 261 interviste in sei mesi vi sembrano poche…”. La RSI respinge l’accusa di silenziare la Lega nei suoi programmi radiofonici. E lo fa cifre alla mano.

 

La radiotelevisione pubblica ha deciso infatti di rispondere allo studio dell’ufficio federale delle telecomunicazioni (UFCOM), in cui veniva criticato questo aspetto puntuale sull’informazione radiofonica (leggi articolo correlato).

 

“Per fare lo studio- si legge nella risposta dell’azienda di Comano - si è costruita una "settimana artificiale", prendendo un lunedì di gennaio, un martedì di febbraio e così via per sette giornate. Sarebbe come calcolare quanto è piovuto nel 2016 guardando che tempo ha fatto in 7 giorni scelti a caso. Secondo lo studio la Lega dei Ticinesi sarebbe stata presente nei programmi informativi di Rete Uno solo nella misura dello 0.2%. Il dato ha attirato l'attenzione di siti e giornali, ma è un dato realistico? No, vediamo perché”.

 

“Lo studio - annota la RSI - spiega di aver raggruppato gli attori politici (ospiti o intervistati) in categorie:

 

Consiglio Federale (20%),

 

Autorità cantonali (10%)

 

Parlamento Federale (7%)

 

Autorità comunali (16%)

 

Questi politici non sono distinti per partito. Il resto invece sì.

 

Il risultato dello studio dice:

 

UDC 8.2%

 

PLR 7.3%

 

PPD 3.9%

 

PS 0.8%

 

Lega dei Ticinesi 0.2%

 

Verdi 5.8%

 

C'è anche un 9.5% dedicato alla voce dei "cittadini", il resto è suddiviso tra "altri partiti", "altri parlamenti" e una non meglio definita "altra politica".

 

“Davvero l'informazione radio è stata dominata da UDC e liberali? - prosegue la presa di posizione della radiotelevisione pubblica - No, semplicemente i politici con ruoli istituzionali sono confusi nella massa della propria categoria (parlamentari, o consiglieri federali, per esempio). Così un'intervista a Norman Gobbi appare nella categoria "autorità cantonali", una a Lorenzo Quadri in quella "parlamentari federali", una a Marco Borradori in quella "autorità comunali”. Noi raccogliamo dati reali, non estrapolazioni o stime, e i dati reali, raccolti giorno per giorno dicono, ad esempio, che tra gennaio e giugno 2017 (181 giorni) le trasmissioni Cronache della Svizzera Italiana, Radiogiornale e Modem hanno ospitato o intervistato 26 esponenti della Lega dei Ticnesi (da Alberti Eolo a Zali Claudio) per un totale di 261 presenze. Difficile immaginare che rappresenti lo 0.2% del totale. A meno di pensare che abbiamo fatto 130'000 interviste in sei mesi!”.

 

“Il tema - termina la nota - è importante, perché noi teniamo moltissimo alla pluralità delle voci. Per togliere ogni dubbio, faremo verificare da un'agenzia esterna e indipendente l'equilibrio nella presenza di attori politici nelle nostre trasmissioni”.

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