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03.09.2017 - 14:280
Aggiornamento: 13.07.2018 - 15:11

L'incredibile impresa di Ivan Ureta, docente di economia e surfista, che ha percorso il Verbano in paddle da Minusio a Lisanza: 60 chilometri in solitaria in 9 ore, partendo nel cuore della notte e sfidando il vento e le onde

Ivan, che insegna alla SUPSI, ha scritto il suo diario di bordo per liberatv, raccontando le difficoltà che ha incontrato a causa di un vento imprevisto. A un certo punto ha pensato di desistere. Ma è andato avanti e ce l'ha fatta

MINUSIO - Ivan Ureta, 41 anni, di Bilbao, insegna alla SUPSI, al Dipartimento economia, e in altre università, tra cui l’Istituto di impresa di Madrid,. Vive a Minusio e ha la passione dello ‘stand paddle’ (la tavola tipo surf che sulla quale si naviga stando in piedi e spingendosi con un solo remo).

“È una passione che ho da diversi anni – racconta – quando ancora non era di moda. Ho iniziato a fare surf in mare surf quando vivevo a Lima, in Perù, poi sul lago di Ginevra...”.

Nei giorni scorsi Ivan ha compiuto una vera e propria impresa: partendo da Minusio ha percorso il lago Maggiore da nord a sud per l’intera sua lunghezza: un’impresa da 60 chilometri, percorsi in parte a notte fonda, in solitaria, e senza alcuna barca di appoggio.

Lui la definisce “un’avventura low profile”. E spiega che ha già fatto qualcosa del genere in Scozia, sul ‘famigerato’ lago di Loch Ness. Ora ha in progetto di attraversare in paddle alcuni laghi svizzeri. Usa una tavola lunga poco più di 4 metri e un remo rigorosamente in carbonio che pesa solo 400 grammi. I suoi sponsor sono la Star Board per la tavola e il Black Projet per i remi e le pinne di navigazione.

Questo è il ‘diario di bordo’ che ha scritto per liberatv.

“Sono partito in solitaria alle 2:45 di notte dal Club Vela Giovane Minusio del quale sono socio. Portavo con me quasi 4 litri d'acqua e cibo per 3 soste, ma comunque leggero. Le condizioni meteo previste erano buone, segnalati venti deboli (7 km/h) di nord-est fino alle 11, quindi per andare in direzione sud perfetto.

Una volta partito tutto bene. Arrivando ad Ascona il vento ha cominciato a soffiare molto più forte (raffiche tipo 20-25 km/h). In piena notte quindi le onde sono cresciute... Per evitare di cadere in acqua (di notte e da solo non era il massimo) ho preferito cambiare il piano originale dirigendomi sulla parte sinistra dal lago e quindi sono andato dritto verso le luci di Cannobio. Ho rischiato di cadere ben 3 volte, ma sono riuscito a rimanere sulla tavola. Ad un certo punto mi sono accorto che un bidone di 1 litro d'acqua fissato sulla tavola mi era volato via senza che me ne rendessi conto. Poi la punta della tavola entrava in acqua costantemente e colpiva e sommergeva la mia luce di punta che iniziava anche a staccarsi un po’. Per fortuna non è successo.

Arrivando a Cannobio (15 km percorsi in 2 ore e 8 minuti) mi sono fermato 1 ora e ho mangiato una banana aspettando la prima luce del giorno. Poi quando ho deciso di ripartire un vento fortissimo scendeva dalla Valle Cannobina e sono schizzato fino a Maccagno. In quella tratta di 4-5 km il vento era ancora più forte (sui 30-35 km/h). Per divertirmi a volte mettevo il remo in alto e la pala faceva di vela facendomi avanzare senza fatica... altre volte remando più forte si surfava fino agli 11-12 km/h.
Arrivato a Maccagno verso le 6:15 i windsurfisti si stavano preparando perché per loro le condizioni erano perfette. Poi dopo un attimo di dubbio mi sono detto, se riesco a passare fino alla punta di Germignaga le condizioni di vento dovrebbero migliorare.

Sono riuscito ad arrivare la tagliando tutte le onde che comunque venivano laterali per una tratta di altri 5 km. Lì mi sono fermato a mangiare qualcosina per riprendere le forze (panino, carne secca e burro, mezza snickers e 3 datteri). Dopo sono ripartito seguendo un po’ le onde che venivano in modo ordinato spinte dalla parte di Luino e ho cominciato a vedere Verbania, con delle barche a vela che andavano molto lente, il che mi ha fatto capire che il lago da quelle parti era già super piatto... Quindi ho capito che ce l'avrei fatta e che era questione di avere un ritmo costante e di resistere. Normalmente la mia velocità di crociera è tra 7,7-8 km/h in queste condizioni. 

Arrivando all'altezza di Verbania ho raggiunto le barche a vela che vedevo da lontano. Ho parlato un attimo con i velisti. Mi hanno chiesto da dove arrivavo, e ho detto: da Minusio, ma mi manca ancora la metà! Ci siamo salutati e ho continuato fino a Cerro di Laveno dove mi sono goduto una pausa lunga per mangiare di più e ho riempito d'acqua fresca il sistema d'idratazione.

Sono ripartito e poi continuato con delle piccole soste seduto sulla tavola fino ad Angera, da lì soli 4-5 km in più fino a Lisanza, che si trova sul fondo lago, dove sono arrivato verso le 13:30 e 9 ore effettive di paddle senza contare le pause. Alla fine, grazie all'allenamento che avevo fatto negli ultimi mesi (esco anche d'inverno), è andata benissimo e senza problemi particolari”.

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