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27.09.2017 - 15:100
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

No Billag. Luigi Pedrazzini: "Non voteremo sul principio di pagare il canone bensì sull'esistenza futura della RSI in quanto servizio pubblico: questa è la posta in gioco"

Il presidente della CORSI: "Il SI a No Billag, è lo smantellamento di tutto quanto. È la fine delle trasmissioni come le conosciamo oggi. Spero che il dibattito sappia considerare questa prospettiva globale della posta in palio, troppo importante per essere emarginata"

di Luigi PedrazzinI*

 

“Il Parlamento dice “Sì Billag”: con questo titolo il Corriere del Ticino ha informato i suoi lettori sulla decisione del Consiglio Nazionale di respingere l’iniziativa NO Billag, così come un controprogetto di dimezzamento del canone.

 

È auspicabile che nei mesi che ci separeranno dalla votazione sull’iniziativa prevalga uno sforzo comune per presentare le cose come effettivamente stanno. Al di là del nome scelto dai promotori, la posta in gioco della votazione non è la ditta che raccoglie il canone (la cui scomparsa è già stata decisa dal Consiglio federale), non è nemmeno il principio di pagare un canone per ricevere un servizio, bensì l’esistenza futura della Radiotelevisione Svizzera in quanto servizio pubblico (quindi della RSI) e quella di una parte delle radiotelevisioni private che sono nate e esistono perché ricevono una “fetta” del canone.

 

Stando le cose in questi termini, il voto Parlamentare non è un SI’ al canone, alla “Billag” ma semmai un SI’ a quanto il canone permette di realizzare: la nascita di numerose radiotelevisioni private assieme all’esistenza di un’azienda svizzera di servizio pubblico radiotelevisivo, capace di diffondere su tutto il territorio della Confederazione nelle quattro lingue nazionali e di realizzare a beneficio delle minoranze di lingua francese e italiana programmi analoghi a quelli che riceve la maggioranza svizzera di lingua tedesca.

 

Di converso il SI a No Billag, è lo smantellamento di tutto quanto, parità fra le regioni compresa; è, insomma, la fine delle trasmissioni come le conosciamo oggi.

 

Spero che il dibattito sappia considerare questa prospettiva globale della posta in palio, troppo importante per essere emarginata. Poi, ovviamente, sono consapevole che il confronto sarà a tutto campo, fatto con la testa e con la pancia, fatto di sensazioni, di intuizioni, di arrabbiature, di esperienze personali.

 

Siamo un piccolo paese e abbiamo un grande sistema radiotelevisivo che entra nelle nostre case. Esso è, per dirla con la RSI, “parte” del nostro mondo, e la nostra storia. Per tutto questo si vota, non per la Billag!

 

*presidente CORSI

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