La campagna, insomma, entra nel vivo e le squadre che saranno chiamate a giocare la partita si apprestano ad entrare in scena. Tra queste reciterà un ruolo da protagonista il comitato politico di cui vi stiamo parlando e che si presenterà mercoledì in conferenza stampa.
Un comitato in cui spicca la presenza di Filippo Lombardi che, oltre che Consigliere agli Stati e capogruppo del PPD alle Camere, è anche vicepresidente del Gruppo del Corriere del Ticino, che controlla Teleticino e Radio 3i (di cui Lombardi è presidente), emittenti entrambe beneficiarie di una quota del canone. È un segnale certamente rilevante, considerato che nelle ultime settimane era spirato sotto traccia un certo nervosismo dagli ambienti della RSI nei confronti del gruppo di Muzzano. Del tipo: ragazzi, ma voi a che gioco state giocando?
Da parte della radiotelevisione pubblica ci si aspetta una battaglia in prima linea e senza ambiguità contro l’iniziativa dal Gruppo del Corriere (e di Teleticino e di Radio3i in particolare). Da quel che ci è parso di capire - ma trattasi di interpretazione - l’impegno ci sarà, ma mantenendo molto chiare e nette le distanze (oltre che il modus operandi...). Per dirla con una battuta: Melide non vuol essere confusa con Comano. Vedremo….
A completare la squadra, come detto, Fabio Abate per il PLR. Il che significa che il comitato sarà a trazione borghese. Poi Mario Branda, Super Mario se si tratta di voti, socialista non ortodosso che piace anche fuori dal recinto di casa. Chiude il quartetto, in rappresentanza dei Grigioni italiano, Anna Giacometti: sindaco di Bregaglia divenuta negli ultimi tempi un volto molto popolare, suo malgrado, a causa della tragedia che ha colpito la valle retica.
Il Comitato, come detto, presenterà le sue carte mercoledì. Per intanto, attraverso una nota, si limita a dire che se l’iniziativa venisse approvata “genererebbe una serie di ripercussioni disastrose su scala nazionale: non soltanto perché rimarremmo senza le nostre emittenti radiotelevisive inferendo così un durissimo colpo allo sviluppo continuo di un’identità nazionale coesa e alla difesa delle minoranze, ma anche perché il settore economico- professionale nel settore dei media verrebbe cancellato da un giorno all’altro con la scomparsa immediata di oltre 1'600 posti di lavoro nella sola Svizzera italiana”.