Alcuni giorni fa, in occasione della nostra assemblea generale del centenario (tenutasi il 20 ottobre scorso), ho risollevato la questione dell’utilizzo dei Big Data, nello specifico dei segnali emessi dai telefoni cellulari, nel contesto della mobilità in senso lato. A scanso di equivoci e polemiche varie, l’ho tematizzato anche come strumento per la gestione di determinate attività aziendali. Lo scopo era quello di indurre alla riflessione sull’utilizzo di cifre e dati che sono già a disposizione o che possono essere raccolti con poco sforzo, tutelando ovviamente le privacy perché anonimi.
Ne avevo già parlato in svariate occasioni, citando città come Pully e Montreux, che per la pianificazione degli interventi sui rispettivi flussi di traffico hanno utilizzato questo sistema. Potrei aggiungere anche la gestione del traffico attorno allo stadio San Giacomo di Basilea e altri esempi, che possono comunque essere trovati sul sito internet di Swisscom sotto il capitolo “Smart City”. Legittimo quindi chiedersi se e come uno strumento utilizzato con profitto in altre regioni svizzere possa essere sfruttato in maniera costruttiva anche in Ticino, magari senza scatenare gazzarre ideologiche.
Ho sorriso vedendo alcuni commenti del tipo «interessante ma non risolve alcun problema perché ci vogliono più strade» o cose del genere. Nessuno, tantomeno io, ha mai preteso che questo strumento possa risolvere i problemi.
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*Direttore Camera di Commerico