La riunione con i vertici di SRG SSR e RSI – accompagnati dal Presidente del Consiglio regionale della Società cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (CORSI) Luigi Pedrazzini – si è concentrata sulle sfide cruciali che attendono l’emittente pubblica a brevissimo termine, a cominciare dalla votazione federale del prossimo 4 marzo sull’iniziativa popolare «No Billag», che propone l’abolizione del canone radiotelevisivo. Il Consiglio di Stato ha riaffermato il proprio impegno per il reciproco avvicinamento fra la Svizzera italiana e il resto del Paese; in questa prospettiva, è stato deciso di rivolgere alla popolazione ticinese l’invito a votare «no» il prossimo 4 marzo, riaffermando con la massima chiarezza possibile l’attaccamento del Cantone all’emittente pubblica e al finanziamento complementare delle emittenti private.
Il Governo ha inoltre espresso la propria preoccupazione in vista di uno dei possibili esiti della consultazione del 4 marzo 2018: se l’iniziativa fosse respinta a livello federale ma accolta nel nostro Cantone, è infatti concreto il rischio che a medio termine possano verificarsi decisioni aziendali negative per la RSI e per le emittenti private del Cantone. Non va infatti dimenticato che l’attuale impostazione del servizio pubblico assegna alla Svizzera italiana ben il 20% delle risorse, a fronte di appena il 4% della popolazione; ciò premesso, un segnale di disaffezione da parte della cittadinanza potrebbe portare al ridimensionamento di realtà che svolgono un ruolo di primo piano nel tessuto economico e nella realtà culturale del Ticino.