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27.11.2017 - 06:540
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Argo1, Dadò scrive una lettera aperta ai ticinesi e la manda a tutti i fuochi: "La campagna d'odio che ha coinvolto me e la mia compagna, l'aggressione mediatica, i danni all'immagine e alla salute di persone innocenti". Caratti e laRegione come il Mattin

La missiva, di cui parla oggi il Corriere del Ticino, è “un messaggio semplice e diretto a voi che siete il Ticino moderato, non rancoroso, distante anni luce dal livore al quale avete assistito in queste settimane”

BELLINZONA – Il presidente del PPD, Fiorenzo Dadò, ha scritto una lettera aperta ai ticinesi che verrà inviata in oltre duecentomila copie.

La missiva, di cui parla oggi il Corriere del Ticino, è “un messaggio semplice e diretto a voi che siete il Ticino moderato, non rancoroso, distante anni luce dal livore al quale avete assistito in queste settimane”.

Care e cari ticinesi, scrive Dadò, parlando del caso Argo1, “in questa campagna d’odio e disinformazione sono stato coinvolto, mio malgrado, nonostante il fatto che io con il mandato di 3,4 milioni di franchi non c’entri assolutamente nulla”.

Il presidente del PPD precisa che il mandato ad Argo 1 e il pagamento delle fatture sono stati “un pasticcio e che ci sono diverse cose da chiarire all’interno dell’amministrazione”, ma su questo stanno lavorando la Magistratura, l’ex procuratore pubblico Marco Bertoli e una Commissione.

“Ciò nonostante c’è già chi si arroga il diritto di emettere sentenze per spargere fango (…). Da settimane alcuni politici, organi di stampa e giornalisti (…) colpiscono con il bazooka chi non ha nessuna responsabilità con il mandato ad Argo 1 e non può difendersi. Un atteggiamento irresponsabile, nella piena consapevolezza di nuocere all’immagine e, ancor più grave, alla salute di persone innocenti e, di conseguenza, dei rispettivi famigliari. Chi riparerà al danno di questo mobbing e della grave sofferenza causata?”.

Dadò parla anche del decreto d’abbandono nei confronti della sua compagna, Carmela Fiorini, funzionaria del Dipartimento socialità: “Come mai ci si accanisce contro questa funzionaria? Le parole del procuratore sono chiare e indicano che non c’è stato nessun reato come pure i nomi di chi aveva la responsabilità decisionale sul mandato ad Argo 1”.

Poi il presidente del PPD attacca Matteo Caratti: “Tra le persone che con il loro agire martellante e pretestuoso manipolano la realtà e se ne infischiano delle gravi conseguenze sulla salute trattando la gente senza alcun rispetto, brilla in modo esemplare Matteo Caratti, direttore de laRegione, con l’approvazione dell’editore-proprietario. Per anni ha criticato il Mattino della Domenica e i suoi metodi. Ma il Caratti, dall’alto della cattedra inquisitoria sulla quale lui stesso si è issato, si comporta diversamente?”.

Per Dadò si tratta di un’aggressione mediatica: “La RSI è entrata nelle nostre case con Aldo Sofia, che ha confezionato Falò e pure alcuni servizi del Quotidiano. Per dare enfasi e credibilità al servizio di Falò, si è cercato di sdoganare dubbi sulla possibile corruzione di funzionari pubblici, mostrando una fattura di circa 5.000 euro per una vacanza in Sardegna, offerta da Argo 1. Sofia tuttavia se n’è ben guardato dal fare il nome del beneficiario, lasciando volutamente che il telespettatore viaggiasse con la fantasia. Come mai? La RSI non può lasciare i cittadini nel dubbio. Maurizio Canetta sa che le sue responsabilità quale direttore sono enormi e che non è il caso di lasciare che si giochi con dubbi e illazioni di tale gravità. L’informazione è un conto, l’accanimento e il giornalismo da lavanderia un altro. Chi è il beneficiario della vacanza? È o non è un funzionario pubblico?”.

E conclude: “Non mi illudo che la cattiveria di alcune persone e il tentativo di mettere zizzania e di manipolare la realtà si placheranno. Nonostante questo noi continueremo a collaborare con le persone ragionevoli e ad occuparci con passione dei problemi concreti della gente, con il rispetto che ci hanno insegnato i nostri avi”.
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