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03.12.2017 - 11:580
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

No Billag e il simbolo del privilegio. Dopo il commento di Liberatv sul pagamento del canone della RSI ai suoi dipendenti, si accende il dibattito. Regazzi: "Da cancellare subito". Canetta ribadisce: "Il benefit scomparirà"

Diversi esponenti politici, sia sul fronte del “no” che sul fronte del “sì” alla No Billag, così come diversi colleghi della radiotelevisione pubblica, hanno commentato sui social la nostra riflessione. E intanto il fronte del sì (Quadri e Bühler) porta acqua al proprio mulino: "Passata la festa, gabbato lo santo...."

COMANO - ll commento pubblicato ieri da Liberatv sul “simbolo del privilegio” - il pagamento del canone da parte della RSI ai propri dipendenti - ha suscitato parecchio dibattito. Diversi esponenti politici, sia sul fronte del “no” che sul fronte del “sì” alla No Billag, così come diversi colleghi della radiotelevisione pubblica, hanno commentato sui social la nostra riflessione. A cominciare dal direttore Maurizio Canetta.

 

Riassumendo: la principale obiezione che ci hanno mosso alcuni dipendenti della RSI - così come persone comuni contrarie alla nostra posizione -  è quella che è consuetudine per un’azienda concedere dei benefit ai propri lavoratori. È stato fatto l’esempio dei giornalisti che godono dell’abbonamento gratuito del giornale per il quale lavorano. Del personale di un centro commerciale, o di un banca, che, rispetto alla clientela, possono profittare di scontistiche e vantaggi vari. Sul punto ci limitiamo ad evidenziare una piccola ma sostanziale differenza. Nessuno è obbligato ad abbonarsi ad un quotidiano, o a fare la spesa in un determinato negozio, o a servirsi in una certo istituto di credito. Il canone, invece, lo devono pagare tutti, in particolare con l’introduzione del nuovo sistema di riscossione. E poi: un conto sono gli sconti e un conto è la gratuità su una tassa che tutti i cittadini sono obbligati a pagare. Anzi, peggio: perché si potrebbe anche discutere su un’esenzione, ma il fatto che il canone lo paghi l’azienda, facendo capo alle risorse versate da tutti quelli che non lavorano alla SSR, ecco, questo è veramente difficile da giustificare.


I vertici della radiotelevisione: il privilegio sarà abolito
 

Tanto è vero che sia i vertici della stessa SSR, che della RSI, che della CORSI per bocca del presidente Luigi Pedrazzini, si sono schierati a favore della cancellazione di questo privilegio con parole inequivocabile. Da questo punto di vista ai vertici aziendali non si può rimproverare nulla. E, infatti, nel nostro articolo, abbiamo scritto che noi ci fidiamo di quanto ci ha detto Maurizio Canetta (“questo privilegio scomparirà”). Tuttavia, ci siamo limitati a segnalare che nei bar e nelle piazze non abbiamo registrato un uguale apertura di credito. La promessa, infatti, non sembra fare breccia per un motivo: la volontà dei vertici aziendali è subordinata alle trattative con i sindacati e dunque al momento non esiste un accordo e una data certa per l’abolizione di questo benefit. Ne si conosce l’eventuale contropartita dell'azienda.

 

In questo senso ci siamo permessi di suggerire ai ranghi - cioè ai dipendenti che non siedono nella plancia di comando dell’azienda - un impegno pubblico in tal senso. I modi possono essere diversi. Singolarmente, via social. Con una lettera aperta. Attraverso i sindacati. La scelta delle opzione per comunicare è ampia, se si ritiene che questa sia una buona idea….(magari non lo è). Vedremo.

 

In ogni caso, il sondaggio pubblicato stamane che prevede una chiara affermazione della No Billag, è un campanello d’allarme per il fronte del “no”. Certo va preso con le pinze. Le iniziative, infatti, spesso partono in vantaggio. L’inchiesta, inoltre, è stata realizzata online. E, non da ultimo, un’iniziativa per essere accolta non ha bisogno solo della maggioranza del popolo ma anche dei Cantoni. Infine, il direttore del dipartimento dell'informazione Reto Ceschi segnala che il campione del sondaggio non comprende i pensionati e neppure le persone che vivono nella Svizzera italiana. Detto questo certi segnali vanno colti.


Lo scambio social tra Regazzi e Canetta

 

Tornando alle prese di posizioni politiche, registriamo quella di Fabio Regazzi, schierato sul fronte del “no”. Il Consigliere Nazionale PPD, commentando il nostro articolo, ha auspicato una reazione da parte di Comano: “La RSI - ha scritto Regazzi - si limiterà alle solite dichiarazioni di buone intenzioni o ci sarà un gesto concreto per eliminare da subito questo privilegio assolutamente anacronistico e soprattutto ingiustificato? Mi sbaglierò ma temo che ancora una volta prevarranno le logiche della casta…”.

 

E sulla bacheca del deputato è arrivata, a stretto giro di posta, la replica di Maurizio Canetta: “Come ho detto nell’intervista ad Andrea Leoni, come - tra l’altro - era già stato detto due anni fa da De Weck, il pagamento del canone da parte della SSR per i propri collaboratori verrà tolto con la nuova CCL. Dunque, nessun modello “passata la festa...”, nessuna volontà di mantenimento di privilegi di casta”.

 

Controreplica di Fabio Regazzi: “Non ne dubito caro Maurizio, ma c’è qualcosa che impedirebbe ai dipendenti di rinunciare spontaneamente a questo privilegio senza aspettare il rinnovo del CCL? Sarebbe un segnale simbolico ma che verrebbe apprezzato”.
 

E il fronte del "sì" coglie la palla al balzo...
 

Il fronte del “sì” all’iniziativa, invece, coglie la palla al balzo e porta l'acqua al proprio mulino, affermando che non crede che il benefit verrà abolito. “Fino a ieri - scrive il vicepresidente del comitato No Billag Alain Bühler - una buona fetta di dipendenti RSI sui social giurava di pagare il canone, li vedo bene ora a rimangiarsi ciò che hanno scritto. Fatto sta che ad oggi, chi vi invita a continuare a versare il canone, di fatto non lo paga…”.

 

Mentre Lorenzo Quadri scrive sull’edizione odierna del Mattino: “Capita l’antifona? Tutti devono pagare il canone. Anche chi non ha una televisione né una radio. Anche chi è cieco e sordo. Infatti a seguito della votazione del 2015 il canone è stato trasformato in un’imposta pro SSR. Che tutti devono sborsare. Alla faccia del principio del “chi consuma paga” con cui la partitocrazia ama riempiersi la bocca; ma evidentemente solo quando torna comodo. Tutti pagano, compreso chi non consuma. Ma i dipendenti dell’emittente no. Canetta nell’intervista a LiberaTV precisa che c’è di mezzo la convenzione collettiva dei dipendenti dell’emittente di regime, che bisogna trattare con i sindacati e blablabla. Traduzione: adesso che bisogna fare campagna per la votazione sull’iniziativa No Billag vi facciamo balenare tante belle promesse e poi… passata la festa, gabbato lo santo!”.


AELLE

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