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30.10.2019 - 13:450

Tecnologia, le riflessioni di Franco Denti: "Meglio il 5G o cinque giorni non connessi?"

Il Presidente dell'Ordine dei Medici ticinese: "Siamo proprio sicuri che l’esplosione della comunicazione digitale sia un bene assoluto?"

*Di Franco Denti

In una prospettiva storica, le crociate per rallentare l’avanzata dei mezzi di comunicazione si sono sempre rivelate inutili e infruttuose. Nel caso del 5G, penso sia praticamente impossibile che il gruppo di lavoro Radiotelefonia mobile e radiazioni, diretto dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), istituito 2018 dall’allora Consigliera federale Doris Leuthard, riesca a definire nei pochi mesi che restano le esigenze e i rischi legati allo sviluppo delle reti 5G, quando non vi sono riusciti in anni il fior fiore degli esperti in biologia e tossicologia.

Anche perché il suo scopo non è quello – dichiarato - di identificare eventuali rischi e fornire raccomandazioni. Nella pratica, il gruppo era nato in base alle richieste di alcuni operatori di telefonia mobile, che hanno fatto notare che in Svizzera vi sono dei vincoli di installazione specifici, che rendono le reti più costose. Il gruppo, che si era già occupato di identificare soluzioni meno costose per la tecnologia 2G e 3G, è stato richiamato in causa dalla Sig.ra Leuthard, perché si prevedeva che nel caso della tecnologia 5G le operazioni sarebbero state ancora più complesse e costose. Il suo vero scopo quindi non è studiare i pericoli, ma trovare il modo per allargare le maglie del sistema, alleggerendo i vincoli di installazione.

Nella mia qualità di medico, non posso che essere impressionato dalle nuove potenzialità che la trasmissione in tempo reale di immagini e dati in qualsiasi angolo del pianeta promette di aprire nel settore sanitario: si può portare l’esempio del pronto intervento di un medico di terapia intensiva che impartisca istruzioni a distanza e salvi la vita a un paziente in una zona difficilmente raggiungibile delle nostre valli; oppure quello di un luminare della medicina che opererà a cuore aperto da Boston, comandando i movimenti di braccia elettroniche. Il monitoraggio remoto in tempo reale dei parametri vitali del paziente spingerà la prevenzione e la precocità di intervento a frontiere sinora neppure immaginabili, anticipando e cogliendo sul nascere ogni situazione pericolosa.

La scienza ci conferisce dei “superpoteri”, ma spetta a noi scegliere quali tra questi sviluppare maggiormente. Il sommo bene per l’umanità è accumulare conoscenze e averi sempre maggiori o piuttosto semplificare la nostra esistenza?

Piuttosto che arrestarci davanti allo spauracchio di paventati pericoli che non si possono dimostrare, il punto su cui riflettere è un altro: il fatto che la nuova tecnologia si protende verso una società costantemente connessa. Ma è davvero questo quello che vogliamo? Siamo proprio sicuri che l’esplosione della comunicazione digitale sia un bene assoluto? Che essere minuziosamente informati su tutto ciò che succede nel mondo e costantemente raggiungibili nella nostra sfera privata, sia positivo e renda la nostra vita più armoniosa e serena?

*Presidente Ordine dei Medici Cantone Ticino

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