Il referendum contro la revisione della Legge sulla pianificazione del territorio (LPT) è riuscito. Oggi, alla scadenza del termine referendario sono state consegnate alla Cancelleria federale 68'397 firme, ha annunciato l'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM).
"Abbiamo ottenuto un sostegno formidabile in Vallese", ma anche nel canton Vaud e a Basilea Campagna il testo ha raccolto molti consensi, sottolinea il direttore dell'USAM Hans-Ulrich Bigler. A suo avviso questo prova che "il futuro della pianificazione del territorio preoccupa la popolazione".
La revisione della LPT prevede che terreni possano essere definiti edificabili solo a severe condizioni e in funzione di bisogni prevedibili per un periodo di non oltre 15 anni. Inoltre, introduce una tassazione dei proprietari che beneficiano di una valorizzazione del loro terreno in seguito a un cambiamento di destinazione.
L'USAM ritiene che in particolare tre punti della revisione siano inaccettabili: l'obbligo di declassare le zone edificabili sovradimensionate, l'obbligo di costruire entro determinati termini e la regolamentazione federale della tassa sul plusvalore. Secondo l'organizzazione, che riunisce le piccole e medie imprese, queste misure provocheranno una penuria di terreni edificabili e dunque un rincaro dei prezzi dell'immobiliare e del costo dell'abitazione.
La nuova legge è un controprogetto indiretto all'iniziativa popolare "Spazio per l'uomo e la natura (Iniziativa per il paesaggio)", che chiede una moratoria di vent'anni per le nuove zone edificabili. I promotori sono pronti a ritirarla se entra in vigore la normativa approvata dal parlamento.