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Nuvolari
12.06.2018 - 11:230
Aggiornamento: 12.10.2018 - 11:38

Lugano e la Formula E, un amore troppo acerbo. Gabriele Testi: "Ma il sindaco Marco Borradori, la Città e il Ticino hanno dato il là alla storia. Senza di loro non so se Zurigo ce l'avrebbe fatta"

Intervista al direttore dell'edizione Svizzera del portale internazionale Motorsport.com, che la F.E la segue dal giorno zero. "Ci sono ancora possibilità di assistere a una gara in Ticino. Ecco quali..."

LUGANO – A 64 anni di distanza dall'ultima volta, una gara automobilistica su circuito aperta al pubblico è tornata in Svizzera. Stiamo parlando del penultimo appuntamento del Campionato FIA Formula E, la competizione riservata alle monoposto elettriche, che nello scorso fine settimana ha fatto tappa a Zurigo, riscuotendo un successone in termini di spettatori. Oltre 100mila persone hanno assistito dal vivo alla corsa sulle rive dalla Limmat.

Parecchi sono stati quelli che, guardando la corsa "full electric" alla tv, hanno esclamato "che grande occasione persa". Già, perché in tempi non sospetti sembrava essere Lugano il luogo ideale per accogliere la serie al cento per cento verde per la prima volta in Svizzera. Ma tutto, clamorosamente, si è interrotto.

Colpa di continue battaglie politiche e importanti modifiche alla viabilità. E al Canton Ticino non resta che mangiarsi le mani e incassare un'altra "fregatura". Una volta archiviato l'ePrix di Zurigo, sui social è esplosa la rabbia di chi non riesce a capacitarsi dell'occasione persa. Perché, in fondo, di occasione persa stiamo parlando…

Per meglio comprendere cosa si è lasciata "sfuggire" la città sulle rive del Ceresio abbiamo intervistato Gabriele Testi, direttore responsabile dell'edizione Svizzera del portale internazionale Motorsport.com nonché collaboratore esterno per la comunicazione all'estero del comitato "ticinese" di tre anni fa, che la Formula E la segue dalla sua nascita.

Gabriele, cosa ha perso la Città di Lugano e tutto il Canton Ticino?

"Hanno perso l'opportunità di inserirsi nel filone del fenomeno automobilistico più trend del momento. Ma non solo: avrebbero potuto godere di una visibilità mondiale. Basta pensare che nel calendario sono inserite tappe come Hong Kong, Berlino, Parigi, Roma. Il settore del turismo ne avrebbe giovato sicuramente. Impossibile non prendere d'esempio Montecarlo e Punta del Este. Allo stesso tempo, però, credo che alla Città di Lugano, partendo dal sindaco Marco Borradori, vanno riconosciuti tre meriti".

Cioè? Spiegaci meglio…

"Hanno immaginato per la prima volta in 64 anni una gara in circuito sul territorio svizzero. Il secondo merito è quello di non avere ragionato in termini puramente egoistici ribattezzando l'ipotetica gara di Lugano in Swiss ePrix, quindi non qualcosa di esclusivamente luganese, ma aperto a tutta la Confederazione. Il terzo merito, da condividere con le autorità cantonali ticinesi, è quello di aver spinto la Confederazione a modificare l'articolo 52. della legge federale sulla circolazione stradale, consentendo le gare in circuito in Svizzera a patto che queste si svolgano con monoposto elettriche e che le autorità cantonali definiscano, nel provvedimento di deroga, una velocità massima cui le vetture devono attenersi. Aggiungo che, forse, quel comitato organizzatore era così visionario da avere precorso i tempi: due anni fa era ancora troppo presto".

Cosa ha inciso sul mancato "semaforo verde" a una gara di Formula E in Ticino?

"Secondo me è sbagliato puntare il dito contro la politica o qualsiasi altra cosa. Per quanto Lugano ci sia andata vicino, per realizzare il progetto mancavano una serie di tasselli. Semplicemente, non si era ancora pronti".

È corretto parlare di occasione mancata?

"In parte sì e in parte no. Bisogna dire che alla gara di Zurigo c'erano abbondantemente sopra le 100mila persone, un terzo della popolazione ticinese. Non so come avrebbe potuto essere gestibile nel centro di Lugano...".

Ci sono (ancora) delle possibilità di vedere una corsa cittadina di Formula E a Lugano?

"In tutta onestà credo di sì. Il Comune di Lugano e gli organizzatori hanno ancora dei rapporti di collaborazione. In più, la Swiss ePrix Operations AG ha un contratto con la FIA di nove anni. Vuol dire che da qui al 2026, in caso di problemi ad organizzarla a Zurigo, potrebbe tornare in lizza Lugano. Non dimentichiamoci che si è parlato anche di un'alternanza di anno in anno tra Zurigo e Lugano. Se Lugano non avesse fatto da "cavalier servente", non so se Zurigo ce l'avrebbe fatta...".

Che ambiente hai trovato a Zurigo alla corsa?

"Un ambiente voglioso di riabbracciare il motorsport dopo un'assenza di 64 anni. Diciamo che il pubblico presente alla corsa era molto eterogeneo: si andava dal semplice curioso all'appassionato di automobilismo contento di non dover più espatriare per vedere una gara. E in più, oltre a numerosi VIP, c'era la popolazione di Zurigo che, tra un bagno nel lago e un'occhiata alla pista, ha accolto con grande entusiasmo il ritorno della Svizzera nel motorsport. Da apprezzare particolarmente il lavoro svolto dagli organizzatori, che hanno spostato la gara alla domenica anziché al sabato per non creare troppo scompiglio ai cittadini zurighesi. Inoltre, la corsa è stata posticipata di due ore (dalle 16:00 alle 18:00) per inserirsi nel palinsesto televisivo tra il Roland Garros e la gara di Formula 1 in Canada".

RIVA

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