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14.10.2012 - 11:400
Aggiornamento: 13.07.2018 - 15:11

Baresi: "Forse oggi non sarei stato una bandiera"

Intervista all'indimenticato capitano del Milan: "Ci sono club che ti fanno avance irrinunciabili"

MAGADINO – Nelle scorse settimane, presso il Centro Sportivo Regionale in Magadino, è stata presentata la nuova Scuola Calcio Milan US GAMBAROGNO, una delle società all’avanguardia della regione per quanto riguarda la formazione dei giovani.

Il settore giovanile del club ticinese denominato "Raggruppamento Monte Ceneri" è nato nel 2001 raggruppando gli allievi di tre società: US Gambarogno, FC Cadenazzo, FC Contone.

Fin dal principio è stata forte la volontà di lavorare con i ragazzi in modo serio e metodico ed i frutti si sono visti subito con diversi calciatori passati a varie rappresentative di elite del calcio elvetico, tra cui un campione del mondo U-17.

E’ un accordo importante quello che legherà l’US Gambarogno all’AC Milan per i prossimi tre anni, siglato con la forte convinzione che la collaborazione tra le due società possa dare in futuro importanti vantaggi reciproci.

Alla serata ha partecipato, oltre al Presidente del club elvetico, Sacha Favini e alle autorità locali, anche l’indimenticato capitano rossonero Franco Baresi.

Ne abbiamo approfittato per scambiare due chiacchiere con lui.

Quanto ti ha arricchito, in esperienza, il lavoro di dirigente sportivo alle dipendenze di Berlusconi ?

“Lavorando si impara, si migliora e certamente si cresce. Ho iniziato con la responsabilità del settore giovanile , in seguito ho intrapreso ad allenare ed ora ne sono il testimonial di questa gloriosa società; tutto questo è stato veramente una grande esperienza”.

Il calcio italiano, come la Nazione, vive una crisi profonda. Come risollevarsi e competere con gli altri club europei, senza l’intervento di investitori stranieri ?

“Bisogna lavorare nel migliore modo possibile cercando di essere coerenti con le cifre da investire data la situazione economica attuale, intensificare il lavoro con i giovani data la potenzialità che troviamo nel nostro paese; penso che questo “ materiale umano “ non sia stato messo a profitto con oculatezza”.

Secondo te, perché gli sceicchi ed i russi non investono in Italia ?

“Domanda da rivolgere ai signori del Palazzo che comandano In Italia ci sono troppe cose burocratiche che non vanno e pertanto questi investitori non sono invogliati Degno di nota quanto ha fatto la Juventus costruendo il proprio stadio con tutti i benefici che ne derivano”

Il calcio degli sceicchi è un calcio etico, praticamente questi signori si comportano così in relazione ai loro mezzi ?

“Questi signori hanno enormi disponibilità finanziarie ed a volte spendono senza senso Sarebbe opportuno che si affidassero a delle persone veramente capaci molto addentro al sistema calcio che non è solo business, ci vuole conoscenza e programmazione”.

Gli sceicchi, nel 2012, sono per il calcio europeo quello che Berlusconi è stato negli anni 80 - 90 ?

“ Sono arrivati spendendo a sproposito ed hanno rovinato il mercato condizionando certi “ affari “ e così il calcio italiano ha perso il suo fascino Berlusconi ha fatto molto per l’ AC Milan, perché lui conosce il calcio”.

Nel calcio, in percentuale, quanto contano le idee e quanto i soldi ?

“Penso che per vincere ci vogliono le idee e gli uomini, naturalmente anche i soldi dato che il lato economico è molto importante, basta analizzare il budget di varie rappresentative che possono acquisire i giocatori più importanti sul mercato Senza dimenticare che poi necessita una gestione oculata”.

Prima si analizzava che i club italiani devono puntare sui giovani. Ma guardando il mercato, i giovani, quelli bravi, sono forse i calciatori più cari. Come fare ?

“Mi auguro che le società italiane siano più attente, devono comprendere che lavorare con i giovani è un indubbio vantaggio senza cercare il giocatore narciso all’estero, cercando di non farsi scappare i migliori sapendo rinunciare anche ad offerte allettanti, vedi il caso Verratti”.

In futuro ci sarà ancora spazio per le bandiere, come lo sei stato tu per il Milan ?

“Penso veramente che sarà molto più difficile, il calcio è cambiato ora ci sono molte circostanze favorevoli e per un calciatore rimanere per 15 - 20 anni in una medesima società sarà sempre meno probabile”.

In un contesto come quello attuale sarebbe stato più difficile per te restare al Milan per tutta la carriera ?

“Sì ! Sicuramente sarebbe stato anche per me molto diverso. Oggi puoi trovare una società solida che ti fa delle avance irrinunciabili e pertanto l’attaccamento alla cosiddetta maglia sminuisce”.

Per che cosa ti piacerebbe essere ricordato un giorno ?

“Essere ricordato dai tifosi e da chi ama veramente il calcio come un giocatore che ha sempre dato il meglio di se stesso per tutta la carriera”.

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