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26.05.2015 - 12:550
Aggiornamento: 13.07.2018 - 15:11

Lugano in A, la parola a Renzetti: “Le mie promesse si sono avverate, felicissimo. Bordoli? Uscite così in un momento di festa mi puzzano un po’”

Il presidente dei bianconeri commenta la promozione: “I ragazzi hanno dimostrato cosa sanno fare. Ora mi aspetto che arrivino gli aiuti, perché altrimenti, quando serve, siamo tutti figli di Bergozzo…"

LUGANO – Di fronte alla vittoria a Cornaredo di venerdì scorso nel derby contro il Chiasso che aveva messo il Lugano a un passo dal sogno, il presidente dei bianconeri non era riuscito a trattenere le lacrime di gioia. “Solo io so i sacrifici che ho fatto per arrivare fino a qua”, aveva commentato in sala stampa. Angelo Renzetti, ora che la promozione è realtà, come vive questo successo arrivato a 13 anni dalla retrocessione?

“Sono felice. Penso che inconsapevolmente in Ticino si sia formato quello che tutti volevano: una squadra di riferimento forte e non poteva che essere il Lugano, visto anche il suo bacino di utenza molto grande. Tutte quello che ho detto al momento del mio insediamento si è avverato, sono riuscito a portarlo in porto e dal punto di vista personale sono felicissimo. Poi è ovvio, non nascondo anche tutte le difficoltà che arriveranno, ma le affronteremo coi fatti, come sempre. Voglio complimentarmi con tutti – con i ragazzi, che hanno formato un gruppo eccezionale, e con l’allenatore – perché questo ultimo mese ci ha visto raccogliere grosse soddisfazioni: vedere Cornaredo pieno, il buon gioco della squadra… la promozione è un riconoscimento dei sacrifici fatti e questo mi rende un uomo felice”.

La scelta di puntare su Bordoli ha dato i suoi frutti. Da parte dell’allenatore però, uno dei commenti del dopo partita ha riguardato il suo contratto, il “meno oneroso, dopo Le Mont, del campionato”.

“Penso non sia quello il vero problema, ma ci sia forse un disagio a monte, perché non abbiamo mai obbligato nessuno a firmare un contratto. Bordoli ha ancora un anno garantito davanti a sé, se voleva un adeguamento bastava chiederlo, ci saremmo seduti a un tavolo e ne avremmo discusso. Cosa che era già in programma da prima proprio per questi giorni, anche per questo sono un po’ sconcertato. Perché fare queste affermazioni in un momento così delicato… non so, forse sono il sintomo di un malessere. Ma sono solo mie ipotesi, potrò dirlo soltanto quando ne avremo parlato”.

Sembra stupito oltreché deluso…

“In un percorso certe cose avvengono, ma ci si passa sopra. Perché se ci si sofferma su tutto, se non ci si lasciano scorrere le cose addosso, non si arriva mai al traguardo. E solitamente, soprattutto nei momenti di festa, si dimenticano le cose negative e si ricomincia da zero con nuova grinta e benzina in testa. Questo purtroppo non è avvenuto e mi fa un po’ riflettere. Queste esternazioni in un momento così di festa mi puzzano un po’: mi fanno pensare che ci siano dei disagi, forse fra lui e la squadra. Oppure che, visti i successi, che abbia ricevuto un’altra offerta. Non so, restano solo ipotesi finché non avremo avuto modo di parlare e mettere le cose a posto”.

Dal momento della riconferma di Bordoli fino alla stagione 2015-16, lei aveva spesso dichiarato che la promozione avrebbe portato a un ulteriore prolungamento del contratto. Un’offerta che è ancora sul piatto?

“Alla fine di quel momento, quando c’è stata la diatriba con Betancur, abbiamo allungato il contratto di un anno aumentandolo per poi ridiscuterne in futuro. Un anno per cui ha firmato ed è sicuro. In più,  io ho sempre dichiarato pubblicamente la volontà di permettergli di godersi i successi e continuare a farne parte. Vedremo”.

Ne ha appena accennato, questo successo arriva infatti al termine di una stagione segnata anche da tensioni con Betancur.

“Ci sono, è inutile tacerle. Ma il calcio deve essere una cosa gioiosa. Anche se ci sono in ballo soldi e sacrifici, uno non dovrebbe andare a prender rabbia per una cosa ludica, sarebbe stupido. Io la penso così. Il suo mestiere è la compravendita di giocatori, ma io devo guardare solo al Lugano”.

Ora che il sogno è realtà si guarda al futuro, quali sfide attendono la squadra? Pensando anche alle questioni più pratiche, lo stesso sindaco Borradori, ha infatti accennato ai lavori che si renderanno necessari allo stadio per adeguarlo agli standard della Super League.

“Ho sempre detto, anche in tempi non sospetti, dell’importanza che il Lugano in A rappresenta per il Ticino e questo può essere un trampolino importante per questi lavori. Dalmomento in cui ho promesso questo risultato a quello in cui l’abbiamo raggiunto, non ho mai voluto niente da nessuno. Il miglior complimento che ho ricevuto in questi anni per il mio ruolo è stato da parte di AIL, lo sponsor principale della squadra, che mi ha detto che sono l’unico presidente che non ha mai chiesto niente. Al posto di chiedere ho voluto che a parlare fossero i ragazzi, facendo vedere cosa sono capaci di fare. L’hanno fatto e adesso mi aspetto che arrivino gli aiuti. Se ci tengono davvero a questa promozione in Ticino e in Città, mi daranno una mano perché altrimenti, quando serve, siamo tutti figli di Bergozzo…”

ibi

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