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29.03.2016 - 13:470
Aggiornamento: 13.07.2018 - 15:11

Dalle stalle alle stelle... Luca Sciarini racconta il miracolo Lugano. "Le chiavi del successo? Vicky, Shedden, Lapierre e una rosa di qualità. Ora il titolo è a portata di mano"

Il conduttore di Fuorigioco: "La sfida col Berna è apertissima, tra due squadre forti e con tanta voglia di vincere. Sarà una finale tutta da gustare"

LUGANO – Questa volta il Lugano può vincere. Berna permettendo, s’intende. Parola di Luca Sciarini, un giornalista che di sport ne ha masticato e visto tanto.

“Sulla carta – dice il conduttore della trasmissione Fuorigioco - il Lugano è il club favorito per la vittoria finale. In particolare se si guarda indietro alla regular season. La squadra ha dimostrato qualità, determinazione e costanza. Anche se poi si sa… i Play-off sono un’altra cosa. Ne è esempio proprio il Berna che qualificatosi in extremis a due giornate dalla fine, ha prima umiliato nei quarti di finale lo Zurigo campione e dominatore della stagione regolare, e in seguito ha estromesso pure un forte Davos”.

Cominciamo proprio dal Berna. Che squadra attende il Lugano in finale?
“Il Berna ha recuperato giocatori importanti che erano fuori per infortunio e ha trovato ritmo, morale e carica agonistica. La squadra è solida e possiede ottime individualità. Inoltre, dopo questo strano percorso il club ha fame di vincere e il pubblico di casa alimenta con entusiasmo questa ambizione. Il fattore campo però, proprio durante questi Play-off, si sta rilevando un’arma a favore del Lugano che ha vinto ben tre partite su quattro fuori casa contro il Ginevra. In trasferta il Lugano non si lascerà quindi impressionare dal tifo bernese. I bianconeri avranno inoltre il vantaggio di giocare in casa la prima e eventualmente la settima e decisiva partita della serie”.

Quali sono le armi di cui il Lugano dispone per battere gli “Orsi”?
“Il Lugano ha il vantaggio psicologico di avere battuto l’ostico Ginevra, che è stato per la squadra ticinese la bestia nera delle ultime due edizioni di Play-off. Un vantaggio conquistato giocando con cuore e lucidità. Ha speso molto nell’equilibrata e fisicamente combattuta serie di incontri con ‘le Aquile’ ma ora ha il tempo per recuperare le forze e le energie necessarie ad affrontare la fase finale”.

Ma fino a qualche mese fa pochi ci avrebbero scommesso…
“Certo, il Lugano di oggi parte da lontano: a ottobre era ultimo in classifica. Poi, in seguito all’avvicendamento di allenatori tra Fischer e Shedden ha recuperato posizioni fino a un solido e meritato quinto posto finale. Shedden è riuscito a trasmettere la sua esperienza e a infondere coraggio, toccando emotivamente la squadra. Squadra molto tecnica con giocatori del calibro di Klasen e Petterson. L’innesto di Lapierre in spogliatoio ha dato ulteriore carica a una rosa di qualità. Ora, dopo un lungo e brutto digiuno, che dura dal 2006, dirigenza, giocatori e pubblico hanno fame e cercano una meritata vittoria”.

Cosa è mancato quindi negli ultimi dieci anni di “astinenza” dalla fase finale e decisiva del campionato?
“Il tristemente noto “Disco Gate” ha toccato duramente la società bianconera, che per alcune stagioni ha mantenuto un profilo basso e ha partecipato al campionato con squadre oggettivamente deboli. Poi con l’arrivo alla presidenza del club di Vicky Mantegazza che è una vincente e ha sempre posto come obiettivo la vittoria, le cose si sono messe al meglio per il club”. 

Quindi chi vince questa finale?
“Non mi sbilancio, anche per questioni scaramantiche. Si capirà qualcosa di più dopo un paio di match, ma la sfida è apertissima tra due squadre forti tecnicamente e con tanta voglia di vincere. Sarà una finale tutta da gustare e da seguire”.

Massimo Baciocchi

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