"Bellinzona ti amo". Le parole di un tifoso per la sua squadra del cuore che oggi si gioca la promozione, "metti una giornata di sole, due o tre castelli, il mercato e l'ACB e il bellinzonese è in paradiso"

BELLINZONA - Proprio in questi minuti, il Bellinzona nello stadio di casa scende in campo per il ritorno della sfida col Red Star. All'andata, in una partita con contestazioni arbitrali, è fintia 4-3 per gli ospiti odierni. I granata, per essere promossi dalla Prima Lega, devono vincere.

Ci sarà tanto pubblico, probabilmente, al Comunale.

In giornata sul web è girata la bellissima lettera di un tifoso granata. La riportiamo, augurandoci sia di buon auspicio, e perchè il calcio ha bisogno di queste parole. Le stesse che i fans, quelli veri, non quelli che vanno allo stadio solo per sfogare la frustrazione e causare incidenti, direbbero davanti alla maglia del cuore, ne siamo certi.

"Oggi lo Stadio Comunale sarà pieno di gente. È una giornata magnifica ed il Belli si gioca una delle partite più importanti del decennio.

Al bellinzonese non gliene importa nulla se siamo in Prima Lega Classic e non in Superleague, perché il bellinzonese ama il suo ACB incondizionatamente.
Il bellinzonese ama lamentarsi, è un po’ brontolone certo, ma alla fine se gli metti lì una giornata di sole, il mercato, due o tre castelli e l’ACB il gioco è fatto: il bellinzonese è in paradiso! Il bellinzonese si unisce con altri bellinzonesi e crea una bellissima nazione, fatta di cordialità e simpatia, di spirito di aggregazione e accoglienza.

Bellinzonese non è solo chi è residente a Bellinzona.
Bellinzonese è chi, quando dice ‘vado in città’, va a Bellinzona.
Bellinzonese è chi, quando guarda il cielo e scorge almeno uno tra Pizzo di Claro e Camoghè, si sente a casa.
Bellinzonese è chi, quando scende in autostrada il Ceneri la sera, vede i castelli illuminati e gli si scalda il cuore.

Bellinzonesi lo sono diventati (alcuni già lo erano) pure una ventina di ragazzi che indossano con onore la maglia granata e che hanno capito cosa significhi il calcio per il bellinzonese, come in passato lo capirono Fargeon, Sørensen, Bang, Cesar, Rivera.

Oggi, indossare la stessa maglia che indossò quel Kubi che diventò il più forte attaccante della storia del nostro calcio, è oggettivamente un privilegio.

E la nostra ventina di ragazzi, quelli di oggi, lo hanno capito. Così come hanno capito che oggi possono diventare eroi della nazione Granata: oggi vogliono fortissimamente quello che vogliono tutti i bellinzonesi.

Bellinzona è una nazione.
Oggi ci si gioca la finale del mondiale.
Sarebbe bello che allo stadio, oggi, ci venissero tutti i bellinzonesi.
Intanto ci si vede al mercato.

Bellinzona, ti amo".