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Coronavirus
24.03.2020 - 19:220
Aggiornamento: 25.03.2020 - 15:48

I muscoli del Capitano

Ben vengano le frasi urticanti, sgraziate, se servono a salvare delle vite. Perché il capitano “chiama, forte quando vuole qualcosa, qualcuno”

di Marco Bazzi e Andrea Leoni


Comandante, comandante, comandante… come il capitano “nella notte che viene, quanto sangue ha nelle vene” (Francesco De Gregori). Il suo appello energico - con “i muscoli di plastica e di metano” - agli over 65 ha suscitato consensi e condivisione da parte dei più, ma anche alcune critiche. Le è stato rimproverato, Comandante Cocchi, di aver usato toni troppo duri, parole forti ed esplicite, poco eleganti, non consone a chi rappresenta l’Autorità.

Non è piaciuta in particolare una frase che lei ha pronunciato nel corso della conferenza stampa di venerdì scorso: “Over 65 andate in letargo: a voi ci pensiamo noi”.  

Poco prima il medico cantonale, Giorgio Merlani, aveva comunicato le cifre drammatiche del quotidiano bollettino di guerra del Coronavirus in Ticino: 834 persone positive (+196 rispetto al giorno prima), 169 delle quali ricoverate in ospedale e 35 in terapia intensiva. E 22 morti (+7 rispetto al giorno prima). Ieri mattina i contagi erano saliti a 1’165 e i morti a 48! Oggi i casi accertati sono 1'211, e le persone uccise dal virus 53.

Speriamo che la lieve flessione statistica registrata nelle ultime 24 ore prosegua e che sia un primo effetto positivo delle misure adottate dal Consiglio di Stato e anche dell’appello a stare a casa che lei, il medico cantonale e l’autorità politica avete ribadito con forza nei giorni scorsi.

Ma torniamo alla parole che ad alcuni sono parse stonate e sgradevoli. Parole dette con la lingua ruvida del capo, di ogni capo, quando le circostanze lo richiedono, anzi lo impongono. Perché i richiami sono fatti anche per svegliare i distratti, gli incoscienti, i craponi. Ben vengano le frasi urticanti, sgraziate, se servono a salvare delle vite. Perché il capitano “chiama, forte quando vuole qualcosa, qualcuno” .

La metafora del letargo, poi, porta in dote un elemento di dolcezza primordiale. Perché nel letargo alcune specie di animali si proteggono per sopravvivere all’inverno. E in fondo per alcuni componenti della razza animale umana, questo Coronavirus non è nient’altro che un gelido e mortale inverno dal quale sfuggire, riparando nella tana in attesa della primavera. 

Forse non tutti hanno notato che non si presenta più alle conferenze stampa in divisa, ma in abiti civili. Un cambio di “look” che contiene un messaggio: lei, in questo momento drammatico, in questa corsa contro il tempo che è iniziata per scongiurare l’arrivo dell’Ora più buia, è il Comandante dello Stato Maggiore di condotta, ma è anche un cittadino come tutti noi. Non le sono stati conferiti poteri straordinari, non indossa la divisa dell’ordine e del manganello. Le è stato chiesto di coordinare il lavoro degli esperti che fanno parte di questo organismo e di garantire l’applicazione delle misure adottate dal Governo. Lo sta facendo bene.

Siamo certi che lei condividerebbe oggi le parole che Winston Churchill pronunciò di fronte al Parlamento inglese nel velebre discorso del 4 giugno 1940, nell’Ora più buia, appunto. Allora il nemico era la Germania nazista. Oggi è un virus terribile, subdolo, invisibile: “Abbiamo davanti a noi molti, molti mesi di lotta e sofferenza”, disse il primo ministro, ma dobbiamo vincere: “Vittoria a tutti i costi, vittoria malgrado qualunque terrore, vittoria per quanto lunga e dura possa essere la strada, perché senza vittoria non c'è sopravvivenza”.

Non dia peso, dunque, Comandante, a chi l’accusa di aver parlato a sproposito. Chi oggi parla di formalismi lessicali o di basi legali, non ha probabilmente ancora capito appieno la gravità e l’urgenza del momento. E qui si potrebbero evocare le parole che disse Virgilio quando mostrò a Dante la schiere degli ignavi: “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.

Resti dritto sul cassero, Comandante, a fumare la pipa “in questa alba fresca e scura, che rassomiglia un po’ la vita”.

 

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