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Coronavirus
03.04.2020 - 23:240
Aggiornamento: 23:44

Eh già... siamo troppo scemi per usare le mascherine. Ma siamo maestri nel lavarci le mani. Come Ponzio Pilato...

Il luganese Gabriele Ghielmini: "Sono in grado di importare grandi quantità di mascherine certificate secondo le norme internazionali"

BELLINZONA - Quindi non siamo in grado di metterci correttamente le mascherine sul viso. Gli asiatici lo sanno fare, ma noi no. Così le mascherine non ce le vogliono dare. Perché siamo troppo scemi per imparare a usarle. Però siamo capaci di lavarci bene le mani, e dobbiamo continuare a esercitare questa attività elettiva (che casca a fagiolo con la Pasqua: saremo dei perfetti Ponzio Pilato), nella quale siamo diventati maestri in queste settimane seguendo il fantastico tutorial dell’Ufficio federale della sanità, che ci ha eruditi sull’argomento. Attendiamo i prossimi video su come effettuare a regola d’arte l’abluzione di altre parti meno nobili del corpo.

 

Le parole pronunciate oggi dal farmacista cantonale Giovanni Maria Zanini sul tema mascherine mi hanno lasciato allibito. Questa storia che non si vogliono distribuire mascherine alla gente (che servono a evitare di infettare altre persone più che a evitare di essere infettati) non riesco proprio a capirla. Che si dica chiaramente che non ce sono abbastanza (come alla fine Zanini ha ammesso), che sarebbe un casino distribuirle, che non si vuole 'cinesizzare' la società… Ma che siamo troppo scemi per usarle no! E se anche le usassimo male, se anche ce le infilassimo sulla faccia come fossero mutande sarebbe comunque meglio che non metterle quando le circostanze lo consigliano.

 

Riporto le parole del farmacista cantonale udite durante l’odierna conferenza stampa: “Gli asiatici sono abituati a farlo (a mettersi le mascherine, ndr), noi no, ma noi siamo capaci di lavarci le mani”.

 

Zanini ha poi toccato il tasto dolente: si è chiesto se possiamo permetterci di avere mascherine per tutti. Ha spiegato che la Confederazione ne ha ordinate 17 milioni e ne ha date al Ticino 600'000, la nostra quota parte in base alla popolazione. Ergo: non ne avremo mai abbastanza per distribuirle a tutti i ticinesi. E rischieremmo, se lo facessimo, di non averne abbastanza per il personale sanitario che ne ha bisogno, giustamente, in modo prioritario.

 

Ecco, già che siamo in tema: basta delegare a Daniel Koch e compari la gestione dell’emergenza coronavirus, che di danni ne ha già fatti abbastanza al Ticino e ai ticinesi. Le mascherine dobbiamo comprarcele da noi, senza aspettare che arrivino da Berna e che Berna decida quante darcene! E se Berna non è d’accordo lo facciamo lo stesso, come abbiamo fatto con i cantieri.

 

SERVONO O NON SERVONO?

 

La questione se servano o non servano e a chi servano va avanti da settimane. Ci sono medici che le raccomandano e altri che le ritengono inutili. Ma se anche fossero inutili, ed è questo che proprio non riesco a capire, che problema c’è a distribuirle e a consigliarne l’uso? Fanno male? Sono nocive alla salute? Contengono pesticidi? Fanno venire l’herpes? Certo che no! E allora facciamo in modo di metterle a disposizione della popolazione. I soldi non mancano e se mancano si trovano.

Si sa che le mascherine perdono efficacia filtrante dopo un certo numero di ore, e che non vanno usate quando si porta a spasso il cane o si bagnano i fiori in giardino. Si sa anche che ci sono in giro un sacco di prodotti taroccati, e che ci sono farmacie che speculano vergognosamente sull’emergenza vendendo a 16 franchi una mascherina che ne costa 1o 2 a dir tanto.

 

Con un po’ di fantasia, mi immagino un bel pacco postale a tutti i fuochi con dentro un tot di mascherine e un foglietto illustrativo su come usarle… Una soluzione più praticabile sarebbe quella di distribuirle, a pagamento, ai negozi di alimentari, in particolare ai grandi magazzini, che meno di altri settori economici stanno soffrendo la crisi, obbligandoli a distribuire mascherine ai clienti, anche facendole pagare (stiamo parlando di un franco o due…). Lo stesso va fatto con tutte le aziende che continuano a produrre in deroga al lockdown.

Per dimostrare che non stiamo vaneggiando, diciamo che a Hong Kong le mascherine sono obbligatorie sui mezzi pubblici. Che in Austria dalla prossima settimana diventeranno obbligatorie nei supermercati. E che in Slovacchia e nella Repubblica ceca è vietato uscire di casa senza indossarle… Se l’hanno fatto loro, non possiamo farlo noi?

 

Facciamo un passo indietro… Le mascherine servono solo a chi manifesta sintomi riconducibili al coronavirus, oltre che ovviamente agli operatori sanitari. Questo è quanto ci hanno raccontato finora le autorità sanitarie a livello federale e cantonale, basandosi sulle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità.

 

Una tesi che è sempre parsa poco convincente, contestata da alcune voci scientifiche fuori dal coro, e che probabilmente nasconde altre realtà: la difficoltà di approvvigionare di mascherine un paese intero o di distribuirle a tutti in modo sistematico.

 

IL CAMBIO DI ROTTA DELL’OMS

 

"Non raccomandiamo l'uso esteso di mascherine, perché non è associato ad alcun beneficio dimostrato", ha detto lunedì scorso Mike Ryan, responsabile del Programma di emergenze sanitarie dell’OMS. Precisando che c’è anche il problema dell’approvvigionamento: “Le persone più a rischio sono gli operatori sanitari e bisogna garantire prioritariamente a loro i dispositivi di protezione personale".

 

Ora l’OMS fa marcia indietro: contrordine compagni! Secondo gli ultimi studi scientifici è molto probabile che il virus possa resistere nell'aria molto più a lungo di quanto si pensasse. La mascherina potrebbe quindi essere un'arma per frenare la pandemia e l’Oms potrebbe addirittura imporne l'uso sui mezzi pubblici e nei luoghi di lavoro dove non si può garantire la distanza di almeno un metro tra i lavoratori.

 

Secondo i risultati di un nuovo studio del Massachusetts Institute of Technology (MIT) le goccioline emesse con un colpo di tosse o uno starnuto possono propagarsi nell’aria fino a 6/8 metri. Lo ha detto alla Bbc l'infettivologo David Heymann, presidente di un gruppo di consulenti dell'Oms che valuterà appunto se, per rallentare la diffusione del virus, sia necessario che un maggior numero di persone indossi le mascherine. Se questi dati verranno confermati, ha aggiunto Heymann, ”è possibile che indossare una mascherina sia altrettanto efficace o più efficace della distanza interpersonale”.

 

“POTREI PROCURARLE”

 

Gabriele Ghielmini abita a Lugano ma lavora da molti anni con i paesi asiatici, in particolare Cina, Hong Kong e Giappone e ha diversi contatti quotidiani con persone in Estremo Oriente, dove l’uso delle mascherine tra la gente è generalizzato e dove indossarle è considerato un atto di responsabilità individuale nei confronti degli altri.

 

“Premetto – dice a liberatv - che non intendo fare alcuna speculazione commerciale e nemmeno un’autopromozione, anche perché lavoro in tutt’altro settore. Premetto anche che non sono un medico in quanto lavoro nel trading orologiero. Sono però molto informato perché sono di natura una persona curiosa”.

 

Fatte queste premesse, Ghielmini garantisce di essere in grado “di importare grandi quantità di mascherine certificate secondo le norme internazionali. Sono in contatto con una decina di aziende in Cina che hanno importanti stock di questo materiale e che potrebbero inviarlo in Svizzera nel giro di una decina di giorni al massimo. Parliamo di ordini variabili tra poche decine di migliaia e centinaia di migliaia di pezzi, a costi assolutamente contenuti, cosa che eviterebbe tra l’altro speculazioni da parte di singoli commercianti”.

 

Si tratta, spiega Ghielmini, “di mascherine KN95, che filtrano al 95% e oltre, molto utili per tutti coloro che lavorano a contatto con un gran numero di persone, quindi non solo personale sanitario, e di mascherine chirurgiche, meno protettive in entrata ma molto protettive in uscita e che potrebbero evitare la propagazione del virus dalle vie respiratorie. La mascherina non va usata solo per evitate di essere contagiati ma soprattutto per evitare di contagiare se si è infetti, anche in modo asintomatico. Indossarle è dunque un atto di altruismo e di responsabilità”.

 

Credo che oggi, aggiunge Ghielmini, “non si possa proprio più dire che l’uso generalizzato delle mascherine non sia necessario e soprattutto non si può dire che non ce ne sono abbastanza per tutti. Vorrei che per una volta in Svizzera, e in Ticino in particolare, si riuscisse ad agire in anticipo in questa lotta contro la pandemia che è anche una lotta contro il tempo”.

 

D’altra parte, conclude, “mi chiedo quali siano le controindicazioni all’uso generalizzato delle mascherine, perché proprio non riesco a capirlo. In vista della riapertura e della ripresa economica, che prima o poi dovrà avvenire, ci si deve assolutamente attrezzare per proteggere i lavoratori e l’intera popolazione”.

 

Detto questo, Ghielmini attende eventuali segnali da parte dell’autorità sanitaria e politica.

 

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