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05.05.2020 - 10:180
Aggiornamento: 19:12

Lazzarotto forever! Lettera…spalancata, alla Presidente della Confederazione

Da Sommaruga a Sawiris, da Koch a Bertoli. Franco Lazzarotto sfodera la penna e pettina a manetta: "Tutti in carrozza. Destinazione? Urna!"

Carissima Presidente,

non ne ho persa una di conferenze stampa da Lei sempre dirette con innegabile cipiglio, battendo poco ciglio e mai mostrando somma, anzi, minima ruga. E in tutte, Lei ha sempre sottolineato come il “nostro”, mi scusi, “unser” Consiglio Federale, contrariamente a quanto fatto da altre nazioni, ha sempre cercato la via mediana che - dicunt - è quella della saggezza. Stante la situazione, si potrebbe quindi concludere: “in medio stat…virus”! Ma proprio durante l’ultima delle Sue conferenze di Palazzo, mi è parso capire e purtroppo poi vedere che questo “in medio” si sia di parecchio spostato visto che, aprendo voi  tutto l’apribile, il Covid19 sia sotto la cupola praticamente già considerato circolante a bradipa quanto ormai innocua velocità bernese.

Ma, non ho dubbi, avrete certo attentamente valutato tutto il valutabile prima di “spalancare”, in questo supportati da kochiano quanto viruslento luminare ormai assurto, viste le “figurine” fatte, a CEO in pectore della Panini. Mi rendo però pure un tantino conto e mi scuso, cara Presidente, che forse sto pensando da arrabbiato sessantottenne e che il vostro agire si basa in fondo su di un semplice ragionamento ovvero che ‘sto Corona prima o poi finirà e, trovato il vaccino, sparirà o sarà domato. Quindi la vita ha pur da continuare per cui aprire tutto e in gran fretta, non solo è corretto, ma assolutamente necessario. Costi quel che costi, dunque!

Ma qui allora, Cara Presidente, davanti a quella che il prof. Cavalli - cognita e ascoltata personalità di Sua bottega oltretutto…- definisce una vostra “calata di braghe”, capirà che precipita e si sfracella pure il restante morale di noi “over” poiché facenti chiara parte dei citati e bastardi “costi”. Facile quanto amaro dedurre che, in quelli da voi fatti, la fascia d’età 65-100 è quindi considerata tranquillamente “perdibile”, alla faccia dei proclami fatti con tanto di slogan alla “salviamo e proteggiamo chi ci ha regalato questo bel Paese”! E lo ha pure incautamente ribadito un egiziano e piramidale,  alias “güzz”, magnate per il quale il “bar” - denaro  contante in tedesco - vale più delle bare dei nostri Cari. Si vergogni!

Quanto succederà nei prossimi mesi solo il buon Dio e qualche politico che tale si crede lo sa, ma se per delirio d’ipotesi, per nulla peregrina, dovessimo vivere un’ondata di ritorno, è innegabile che i primi e tanti a far valigia sarebbero quelli già anagraficamente più vicini al classico tiraggio delle stringhe. Ma, ne sono certo, direte allora che però e comunque si sarà salvato il salvabile permettendo a chi resta di poter ripartire, rivivere, ricostruire, rivalutare e, alla Sawiris, riguadagnare! Buone e favorevoli aperture dunque. Scuole comprese.

E qui, tornando a bomba al Ticino e nello specifico, sto per metà con Bertoli. Nessuna paura, per ora perdo solo capelli ma non, pur se pochi di base, neuroni. Egli ha infatti istituzionalmente dovuto allestire il dovuto scenario di riapertura delle scuole da sottoporre al Consiglio di Stato deputato a decidere. Lo ha fatto a modo un po’ tanto suo ovvero, sorrida Direttore, come se Amplifon non fosse ancora stato inventato. Ma però e soprattutto, un 4-1 o anche un risicato 3-2 scaturente dalla stanza dei bottoni e rimandante il tutto, senza prevedibilissime lotte intestine che ora fanno solo male a chi è sul già delicato fronte della scuola, sarebbe a questo punto e stante oltretutto certe dichiarazioni partitiche ancora stato oggettivamente pensabile e sperabile, o no?

Certo che sì, ma purtroppo Gesù Bambino non è patrizio ticinese! E fra pochi giorni quello stesso Ticino, senza blocchi e flyer al Gottardo, vedrà pure ripiombare incolonnati, asintomatici e assetati di sole gli amici svizzero tedeschi ai quali si augura ovviamente e sinceramente di non essere…tamponati. “Se io fossi in loro non verrei mai in Ticino” mi diceva ieri un amico. Ma loro son teutonici, appunto e anche se piovesse a dirotto basterà la scritta “geöffnet” per farli deambulare con calzoni corti, sandali e calzini bianchi.

Sarà invece la nostra, care penne bianche, ad essere un’Ascensione da “geschlossen”! Non lo facessimo, correremmo il grosso rischio di iniziare - in anticipo sulla tabella di marcia per noi prevista dal Creatore - la nostra di…ascensione. E quindi, pur di non seguire la elvetica cupola, sono pronto ad affidarmi in toto a quella romana. Sempre meglio infatti e soprattutto oggi stare…come un Papa, bussante ai cuori che come un Politico, spalancante al fato.

Noi “over” continuiamo quindi e comunque, ligi e lisi, a combattere e a positivamente apprezzare la Vita, in barba a chi, con le sue spalancanti visioni e decisioni, già ci tratta e ci fa indirettamente essere e sentire semplici numeri da mera e nera statistica. Il nostro viaggio terreno continua, signora Presidente, e già me ne scuso qualora fosse ancora un tantino temporalmente lungo, fisicamente disturbante e finanziariamente ingombrante.

In carrozza dunque, care penne bianche, fiduciosi e guardinghi, ma voltando per ora e per quanto ancora possibile le basse spalle all’ultim’urna! Ci giriamo solo per educatamente salutarLa. 

Un franco svizzero,

Franco Lazzarotto

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