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Coronavirus
06.07.2020 - 15:220

Cosa rimane del lockdown? Resta lo stress, la depressione aumenta e l'ansia diminuisce

L'Università di Berna sta indagando sui livelli di stress e sulle patologie ansiose e depressive durante e dopo il lockdown. I dati, soprattutto riguardanti gli anziani, sorprendono

BERNA – Durante il lockdown sono stati osservati sintomi di ansia e stress in molte persone. Il dover rimanere in casa, spesso a contatto con i familiari in spazi piccoli (meno in Svizzera, dove non vi era il divieto di uscire), il rallentamento del lavoro, oppure un nuovo modo di viverlo, le paure per il futuro e per il virus, avevano fatto la loro parte.

Si diceva che anche una volta tolte le restrizioni, per qualcuno non sarebbe stato facile uscire da quella che era divenuta una comfort zone per tornare alla vita normale.

E ora? Secondo uno studio dell’Università di Basilea, se durante il lockdown si sentiva maggiormente stressato il 50% dei partecipanti a un sondaggio, adesso lo è il 40%. Per cui, poco meno. Non tutti comunque hanno vissuto male il periodo di chiusura, il 24% degli intervistati non ha patito maggiore stress, ora è addirittura il 32%.

Purtroppo è cresciuto il numero di persone confrontate col male oscuro della depressione. Si parlava del 9% durante il lockdown, ora siamo passati al 12%.

Scende invece l’ansia. Chi ne ha sofferto durante i mesi di restrizione era il 57%, adesso il 41% dichiara di avvertirne ancora.

Lo studio osserva come siano gli anziani, che sarebbero comunque le persone più esposte al rischio di avere decorsi gravi del virus, abbiano avuto meno sintomi di stress, ansia e depressione, in particolare gli uomini.

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