Appaltopoli
15.11.2013 - 09:510
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Locarno, l'ex municipale Erba: "Ho chiesto più volte trasparenza sui mandati. E ho espresso dubbi sulla legalità di alcuni"

Appaltopoli, l'ex municipale PLR rompe il silenzio e a liberatv dice...

di Marco Bazzi

LOCARNO – Ho chiesto ripetutamente che fosse fatta trasparenza su appalti e mandati. Ho espresso anche dubbi sulla legalità di alcuni. Ma non è cambiato nulla. Dichiarazioni politicamente pesanti, quelle dell’ex municipale PLR di Locarno Diego Erba a liberatv.

Dichiarazioni che si innestano sul terremoto scatenatosi dopo il blitz del procuratore generale John Noseda a Palazzo Marcacci. Dichiarazioni che stridono con la reazione di chi, per ragioni personali o di partito, ha puntato l’indice contro il municipale PPD Giuseppe Cotti, che con le sue affermazioni pubbliche dei mesi scorsi (leggi l’articolo allegato) ha suscitato l’attenzione degli inquirenti.

Vittorio Mariotti (PLR): "No al protagonismo e a clima di sospetto"

Pensiamo in particolare a quanto ha dichiarato al Corriere del Ticino il coordinatore della Sezione PLR di Locarno Vittorio Mariotti (pure lui ex municipale): “Suscita stupore, ma soprattutto grande preoccupazione il fatto di ritrovarsi il Procuratore generale in casa, piombato a Palazzo Marcacci sull'onda di affermazioni fatte sui media che alimentano il sospetto. Credo che in un Municipio dove si lavora seriamente debba esserci la massima collegialità: non deve prevalere il protagonismo, come invece è il caso. D'altronde, questo è solo l'ultimo episodio di una serie che hanno mostrato come, in seno all'Esecutivo di Locarno, c'è chi vuol operare nell'interesse della Città e del suo avvenire e chi, invece, sfrutta ogni occasione per alimentare la facile polemica, col solo obiettivo dell'autoaffermazione per conseguire più potere”.

Sulla linea di Mariotti, anche Bruno Bäriswyl, coordinatore dell'UDC, il partito che ha fatto della trasparenza uno dei suoi cavalli di battaglia: “È vero che da tempo la Gestione chiedeva, invano, al Municipio una documentazione sulla distribuzione di mandati e appalti. Questi dossier sono poi però giunti, quindi si stava procedendo a far chiarezza. Quindi il municipale che ha deciso di sbandierare ai quattro venti la problematica lo ha fatto, secondo me, solo per protagonismo, per raccogliere meriti. Ci sono vie istituzionali definite ed è su questi binari che ci si deve muovere”.

Diego Erba: "Ho sollecitato più volte Municipio e Amministrazione a fare chiarezza"

Ma le vie istituzionali non hanno funzionato. Ed è lo stesso Diego Erba, che è stato in Municipio fino all’aprile del 2012, ad ammetterlo. Sorvoliamo sul fatto che la documentazione fornita dal Municipio al Consiglio comunale nelle scorse settimane a cui allude Bäriswyl è semplicemente la lista (interminabile) delle fatture pagate dalla Città a fornitori e prestatori d’opera. E non l’elenco dei mandati e degli appalti, che a Locarno non esiste e non è mai esistito.

“Nel 2009 – ricorda Erba, allora responsabile del Dicastero urbanistica – ci fu un’interrogazione di Lorenza Pedrazzini e di altri consiglieri comunali, alla quale risposi che effettivamente da alcuni anni non si pubblicava, erroneamente, la lista dei mandati e che il Municipio avrebbe posto rimedio. Dopo queste assicurazioni non c’è stata alcuna reazione tempestiva. Ho sollecitato più volte il Municipio e l’Amministrazione comunale a provvedere a fare chiarezza, in quanto come coordinatore del Dipartimento cantonale dell’educazione - che era la mia funzione professionale -ero confrontato ogni anno con il problema della pubblicazione dei mandati”.

La questione è stata sollevata più volte da parte mia in Municipio, prosegue Diego Erba. “Avevo anche espresso dubbi sulla liceità di alcune delibere, perché sulla lista che mi era stata presentata avevo notato importi che superavano il limite finanziario previsto dal regolamento comunale. Chiesi anche formalmente se ciò avveniva nel segno della legalità e della trasparenza. Lo chiesi a inizio 2012, ma, ripeto, avevo già sollevato ripetutamente la questione negli anni precedenti. A Locarno c’è una situazione spiacevole e non certo all’insegna della trasparenza”.

L'interrogazione di Lorenza Pedrazzini: sono passati quattro anni

L’interrogazione del 2009 alla quale allude Erba fu seguita, tre anni più tardi, da una seconda, firmata da consiglieri comunali del PS, della Lega, e dalla stessa Lorenza Pedrazzini. Nell’interrogazione bis si cita anche la risposta che Erba diede alla prima in Consiglio comunale: “A inizio 2010 si procederà a pubblicare la lista delle commesse pubbliche per gli anni 2008/2009, sopperendo alla precedente omissione”.

Sono passati quattro anni da allora. Ma a Locarno nulla è cambiato. Fino a ieri, quando, dopo il blitz di Noseda, il segretario comunale, Marco Gerosa, ha scritto ai servizi amministrativi ordinando di allestire al più presto l’elenco dei mandati.

Ma questo è solo un aspetto del problema: altri aspetti riguardano chi ha beneficiato in questi anni di mandati pubblici per decine e centinaia di migliaia di franchi, non solo senza alcun concorso, ma addirittura in certi casi senza delibere municipali in quanto le fatture, tagliate a fettine affinché non superassero gli importi autorizzati, venivano pagate direttamente dall’Ufficio tecnico.

Il tema non sono la violazione della collegialità e il presunto protagonismo del municipale Cotti (la cui posizione è pienamente condivisa da alcuni suoi colleghi), che ha invece il merito di aver rotto la cortina di silenzio che per anni ha ostacolato la trasparenza in uno dei principali comuni ticinesi. Il tema, ancora una volta, è l’intreccio tra affari e politica.

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