GIUBIASCO – La storia di Arlind Lokaj, il 17enne che avrebbe dovuto lasciare la Svizzera il 15 dicembre dopo essersi visto negare il ricongiungimento familiare, ha fatto discutere ma anche commuovere. E in molti, dagli amici alla politica, si sono attivati per chiedere a gran voce che Arlind potesse restare in Ticino accanto ai suoi affetti.
E Arlind, almeno fino a marzo, potrà restare. Tutto era nato da una pagina Facebook, “No all’espulsione di un ragazzo innocente”, creata dagli amici del ragazzo che si sono uniti attorno a lui per combattere e cercare di cambiarne il destino. E ora, a risultato (almeno parzialmente) ottenuto, scrivono per “ringraziare chi si è mobilitato per la causa che ha commosso il Ticino, ovvero tutti quelli che hanno lottato per far sì che Arlind potesse restare ancora in Svizzera”.
“Ragazzi, amici, cittadini, giornalisti e politici – continuano – sono riusciti a ridare la speranza ad un ragazzo che l’aveva quasi persa. Un ragazzo che per volere di altri avrebbe dovuto abbandonare la madre, gli amici, la ragazza e la nazione per finire chissà dove”.
La storia di Arlind, aggiungono: “ha fatto riflettere molto tutta la popolazione perché viviamo in una società dove le persone spesso e volentieri sono soggette a pregiudizi razziali e non vengono più viste per quello che sono davvero: un essere umano”.
“Arlind – concludono – può rimanere qui, per ora, fino al 15 marzo. Una magra consolazione in un mare di delusioni, però finché c’è vita c’è speranza. E noi non molleremo e nemmeno Arlind lo farà”.