Arlind
11.04.2014 - 07:140
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Caso Arlind, i comunisti tuonano contro il Governo: “Che sia fatta chiarezza sul voto!

“E' stato o meno il ministro del PPD, il partito "cristiano" della "famiglia", ad aver deciso di spaccare la famiglia di Arlind? Ed è vero che anche la ministra del PLR non ha brillato per umanità?”, chiedono

BELLINZONA – Fare chiarezza sul voto del Governo e sostenere Arlind, anche abbandonando martedì la seduta del Gran consiglio per unirsi alla manifestazione in favore del ragazzo. Queste le richieste che il Partito Comunista rivolge alla politica con un comunicato stampa, firmato dal segretario cantonale Massimiliano Ay, in cui prende posizione sulla discussa decisione del Consiglio di Stato di non concedere il caso di rigore ad Arlind Lokaj. Al centro dell’affondo, soprattutto i ministri Paolo Beltraminelli e Laura Sadis.

E anche da parte dei comunisti si sottolinea come con la sua decisione di mercoledì il Governo si sia dimostrato ‘debole con i forti, e forte con i deboli’. La legge, ribadisce anche il PC, “in questo Cantone non è uguale per tutti: lo abbiamo visto nel caso del FoxTown dove le deroghe alla legge federale non sono mancate, lo vediamo sempre nei confronti dei ricchi stranieri (mafiosi ed evasori) che fanno il bello e il brutto sulla nostra piazza finanziaria. E mentre le nostre autorità non mancano l'occasione di mostrare la loro subalternità agli interessi dei poteri forti e dei ricchi; quando si ha a che fare con i più deboli, con i giovani, con gli apprendisti, con i migranti, le nostre autorità si fanno forti e insensibili. Ma non saranno quattro consiglieri di stato a dettare legge: non lo permetteremo!”

Ricordando poi le parole di Don Lorenzo Milani (“Non posso dire ai miei ragazzi che l’unico modo d’amare la legge è d’obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste - cioè quando sono la forza del debole. Quando invece vedranno che non sono giuste - cioè quando avallano il sopruso del forte - essi dovranno battersi perché siano cambiate”), i comunisti sottolineano che non accettano la decisione del governo ticinese, “perché è ingiusta e disumana”.

“Quando le istituzioni si macchiano di un crimine – aggiungono –, come quello di dividere un figlio minorenne da sua madre, noi ci solleviamo e ci ribelliamo come dovrebbe fare qualunque cittadino democratico di questo Paese a cui piace dar lezioni di diritti umani in giro per il mondo e poi nemmeno sa rispettarle al suo interno!”

Ed ecco quindi che nel confermare la sua adesione alla manifestazione in sostegno di Lokaj (che avrà luogo martedì pomeriggio a Bellinzona), i comunisti invitano “il ministro socialista Manuele Bertoli a essere in piazza con noi contro la collegialità figlia dell'ignavia!”. Ma soprattutto “invitiamo anche i deputati ad abbandonare la seduta del Granconsiglio per protesta e ad unirsi alla popolazione”.

Non meno importante però è fare “chiarezza su come i ministri hanno votato”. Ed è qui che arrivano le stoccate a Beltraminelli e Sadis: “E' stato o meno il ministro del PPD, il partito "cristiano" della "famiglia", ad aver sostenuto i due leghisti (sempre attenti anch'essi alle "radici cristiane") su cui non riponiamo alcuna fiducia, ad aver deciso di spaccare la famiglia di Arlind e di aver distrutto il futuro a un 17enne? Ed è vero che anche la ministra del PLR (fautrice anch'essa dell'educazione religiosa nella scuola) non ha brillato per umanità?”

Infine, il Partito Comunista rinnova il proposito di non arrendersi “e invita la popolazione a indignarsi perché mai come ora "l'obbedienza non è più una virtù"!”

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