LUGANO – Nuovo fermo legato agli scontri avvenuti il 24 settembre nelle vicinanze della Resega in occasione del derby Lugano-Ambrì. Giovedì pomeriggio, riporta il Corriere del Ticino, è stato interrogato un quarto ultrà, poi rilasciato in quanto si ritiene non vi siano i presupposti per ordinare una misura restrittiva, mancando il rischio di recidiva, fuga e collusione. Il giovane, sulla ventina, rimane comunque indagato a piede libero per il suo ruolo, anche se non di primo piano, nei disordini.
Mentre la ricerca di testimoni o di filmati e immagini continua, proseguono anche gli accertamenti. Si sta valutando la posizione di altre persone sospettate di aver partecipato agli scontri del post-derby avvenuti fra tifoserie opposte in zona cimitero. Congiuntamente si procede ai confronti. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore generale John Noseda, stanno sentendo i responsabili delle società sportive, della sicurezza e i vari testimoni degli scontri. Quest’ultimi, soprattutto quanti avrebbero portato al riconoscimento degli autori dell’aggressione, sono già stati posti a confronto diretto con i tre ragazzi incarcerati. Si tratta appunto dei due ventunenni fermati e incarcerati subito dopo l’aggressione e del diciannovenne arrestato lunedì, cui sono stati confermati due mesi di carcerazione. Il confronto incrociato fra i tre avverrà invece la prossima settimana.
L’inquietante dettaglio emerso fin dalle prime indagini è che il gruppetto di ultras ha attaccato i due agenti, in quel momento in borghese, proprio perché avrebbe riconosciuto uno dei due come rappresentante delle forze dell’ordine. I due agenti feriti, ristabilitisi dal profilo fisico, restano ancora provati psicologicamente. Rappresentati dall’avvocato Andrea Bersani, i due hanno ora deciso di costituirsi accusatori privati, decisione che si somma a quella già intrapresa dal Lugano. Aggressione, violenza o minaccia contro i funzionari, lesioni ed esposizione a pericolo della vita altrui sono gli addebiti promossi nei confronti dei tre arrestati.