DerbyFollia
30.10.2013 - 16:320
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il procuratore Andrea Pagani: "Al derby ci sono andato ma ho concluso che un magistrato negli stadi non ha senso"

Il sostituto procuratore generale ha scritto al ministro Norman Gobbi per spiegare perché sarebbe inutile un distaccamento del Ministero in occasione delle partite a rischio

LUGANO – Ieri sera, poco prima dell’inizio del derby tra Ambrì e Lugano, il sostituto procuratore generale Andrea Pagani ha fatto un sopralluogo alla Valascia. Per capire se ci sono le condizioni per immaginare una sorta di distaccamento del Ministero pubblico in occasione delle partite a rischio. Un'idea caldeggiata dal ministro Nornan Gobbi (leggi l'articolo allegato). Pagani i dubbi li aveva già prima, e le verifiche sul posto glieli hanno confermati. “Come Procura – dice a liberatv - non siamo in grado di garantire un’immediata operatività all’interno degli stadi. E credo anche che non avrebbe senso farlo”.

Pagani ha espresso le sue perplessità al procuratore generale John Noseda, e ieri sera anche al direttore del Dipartimento Istituzioni, che ha incontrato alla Valascia. Perplessità che oggi ha messo nero su bianco in una mail indirizzata al ministro. 

“Prima di tutto – prosegue il magistrato – vorrei complimentarmi con la Polizia per come ha gestito la situazione ieri sera. Sapevamo che dopo quanto è successo alla Resega, questo secondo derby era a rischio. Ma non è successo nulla per due motivi: perché i tifosi erano più calmi del solito e hanno ben recepito gli appelli alla correttezza lanciati dalle società sportive; e perché chiunque avesse alzato anche un solo un braccio con intenzioni minacciose, avrebbe dovuto fare i conti con un dispositivo d’ordine molto ben preparato”.

Per quanto riguarda il Ministero pubblico, spiega Pagani, non è ipotizzabile una nostra presenza negli stadi prima di tutto dal profilo logistico: “Perché non ci sono spazi discreti e riservati dove poter eventualmente interrogare persone fermate. Inoltre, con il nuovo Codice, la Polizia è autorità penale di primo intervento e ha la possibilità di effettuare fermi fino a 24 ore. Quindi, a meno che non accada un fatto molto grave, la presenza di un magistrato negli stadi sarebbe inutile. Ma se accadono fatti gravi noi garantiamo costantemente un picchetto, quindi siamo pronti a intervenire”.

Non è che si può fermare una persona e condannarla per direttissima con un decreto d’accusa, spiega il magistrato: ogni accusato ha il diritto di essere sentito, e ci vogliono le prove, un filmato, un teste… e poi bisognerebbe anche chiamare un avvocato “della prima ora”.

“In ogni caso, non si può di certo interrogare un sospettato negli spogliatori o nella sala stampa – prosegue Pagani -. E se la Polizia ne ferma cinque o sei, intanto che ne interrogo uno gli altri dove li mettiamo?”.

Insomma, ci sono molti aspetti che concorrono a formare l’idea che un procuratore “in pista” non sia ipotizzabile. Logisticamente e nel rispetto delle regole del Codice penale.

Pagani non crede nemmeno all’effetto deterrente che potrebbe avere sugli hooligans la presenza di un magistrato negli stadi: “Non so… a me fa più paura un agente in tenuta antisommossa che un magistrato chiuso in un ufficio. Chiediamoci cosa avrebbe potuto fare il procuratore Noseda se la sera del derby di Lugano fosse stato alla Resega. Quel che doveva fare lo ha invece fatto nelle settimane successive, quando la situazione si è delineata e la Polizia ha raccolto prove e testimonianze”. 

emmebi

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