ImmigrazioneMassa
26.02.2014 - 12:500
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Blocco dei ristorni, Statuto speciale e notifiche padroncini, Carlo Luigi Caimi: “Sono contrario e vi spiego perché”

Il deputato PPD in un’intervista a liberatv si esprime sulle tre misure che da qualche settimana stanno tanto facendo discutere il Parlamento. “So di essere impopolare, ma non condivido l’improvvisazione”

BELLINZONA – Una voce controcorrente e un po’ “fuori dal coro”. È quella dell’avvocato e notaio Carlo Luigi Caimi, gran consigliere PPD, che esprime il suo punto di vista in un’intervista sulle tre misure più “chiacchierate” degli ultimi tempi, proposte a tutela del mercato del lavoro: Statuto speciale, blocco dei ristorni e abolizione notifiche online e ubicazione dislocata dell’ufficio di rilascio dei permessi cartacei. 

Ed è proprio dalle notifiche dei padroncini che iniziamo l’intervista. 

Caimi, come mai lei è stato l'unico in Commissione della Gestione a non sottoscrivere il rapporto Dadò favorevole all'abolizione delle notifiche online?

“Mandare i padroncini in cima a una valle per fare le notifiche cartacee è discutibile sul piano legale e non è una soluzione. Il problema esiste ma non è facendosi malvolere da tutti che si risolve. Abbiamo un problema di artigiani che vengono dall’Italia che non riusciamo a gestire, ma non si ferma un transatlantico in corsa in un giorno purtroppo. Non ho soluzioni, ma anche  la politica delle illusioni non porta a niente, si prendono soluzioni che non cambieranno nulla. Sono dunque contrario e in linea con il passato: avevo votato contro lo statuto speciale, mi ero astenuto sulla proposta del PLR sui ristorni e anche questa volta mi sono opposto alla soluzione proposta.”

Non ritiene dunque che le tre proposte possano aiutare a migliorare la situazione nel mondo del lavoro ticinese? 

“No, non credo proprio che facendo fare gli slalom alle persone che si risolvono i problemi. Se si pensa che con l’abolizione delle notifiche online diminuirà anche solo di un’unità il numero di padroncini siamo fuori strada. Sono proposte che non cambieranno nulla, fanno solo arrabbiare la gente e illudono i ticinesi. Non ritengono che siano strumenti adeguati quelli che si stanno proponendo.”

E di un possibile nuovo blocco dei ristorni invece cosa ne pensa? 

“È lo stesso discorso: se riuscisse in qualche modo a condizionare la discussione con l’Italia andrebbe anche bene, ma visto che serve solo a continuare ad esasperare gli animi e a suscitare false attese direi che è meglio lasciare perdere. Non è che la situazione attuale mi entusiasmi, c’è una grande confusione in questo momento e anche da Berna non arrivano segnali positivi…”

Si riferisce all’incontro di ieri con la ministra Widmer Schlumpf? 

“Anche, la verità è che la Confederazione fa un suo discorso, che ovviamente comprende in parte anche gli interessi del Ticino, ma che in realtà va ben al di là delle nostre richieste ed è di respiro nazionale. Dobbiamo riuscire a conciliare questi due livelli. 
Per quanto riguarda l’incontro c’è poco da dire, chiaramente se le aspettative erano la presa a carico della disdetta dell’accordo sui frontalieri c’è poco da gioire, ma questo esito era più che prevedibile. L’importante ora è che il Consiglio di Stato continui a parlare con il Consiglio federale e per farlo non c’è bisogno di trovarsi ad Agno, esistono anche le video conferenze e molte altre modalità, non è certo la prima volta che il nostro Governo parla con quello di Berna.”

E la mancata presenza della consigliera federale in conferenza stampa? 

“Ho l’impressione che ci siano necessità di confidenzialità accresciute da parte del Consiglio federale, in quanto al momento non ha neanche un partner sulla sponda italiana con il quale discutere. È tutto davvero in alto mare nelle trattative, sono cambiati il governo e gli interlocutori e ci vorrà quindi del tempo per rilanciare la questione.”

dielle

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