ImmigrazioneMassa
27.02.2014 - 16:220
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Immigrazione di massa, Dadò torna alla carica contro i Verdi: “Metodi da Gestapo e da camicie nere”

In un articolo il capogruppo PPD torna sul voto del 9 febbraio e, dopo le tante polemiche degli ultimi giorni, attacca nuovamente Sergio Savoia e i Verdi, ma non manca la frecciatina anche al PS

BELLINZONA – “Ticino, quella brutta piega dopo il 9 febbraio”. È questo l’emblematico titolo dato all’articolo firmato da Fiorenzo Dadò, apparso oggi sul CdT. 
Dadò torna inizialmente sul voto di domenica 9 febbraio, definendola una giornata storica senza molti precedenti e felicitandosi per la vittoria del Sì, per il quale è sempre stato schierato. 

Meno felici, a detta del deputato PPD, sono stati i giorni susseguenti al voto, quando, citiamo, alcuni politici si sono issati sul pulpito quali unici e autentici paladini della salvezza del Ticino, addirittura con slogan altisonanti come “la storia siamo noi”. 

Dopo un primo attacco generico il fuoco di fila si sposta però sull’obbiettivo prescelto, i Verdi, Sergio Savoia e in parte anche i socialisti: “Va innanzitutto detto – si legge nell’articolo – che fortunatamente la stragrande maggioranza dei ticinesi ben difficilmente possono sentirsi in sintonia con quel modo di far politica importato dalla vicina Penisola, che sta mettendo in atto soprattutto il coordinatore dei Verdi Sergio Savoia. In tutti i casi, noi non ci riconosciamo per nulla in questo atteggiamento insulso in cui viene anteposto l’insulto, il ricatto, il dileggio e il disprezzo sistematico dell’avversario, al confronto serio e democratico delle opinioni.”

Lo Statuto speciale. “L’apice di questo delirio – continua Dadò – che sta contagiando pericolosamente il Ticino l’abbiamo toccato con mano nei giorni scorsi in Gran Consiglio, quando si è trattato di discutere l’iniziativa sullo Statuto speciale, che è nata alcuni anni fa con lo scopo di contrastare gli effetti negativi della libera circolazione nel nostro Cantone.”  
Questa iniziativa, secondo il deputato pipidino, oggi, dopo lo stop all’immigrazione di massa, assume una connotazione esclusivamente declamatoria e di propaganda e per questo non è stata votata dal PPD. È però proprio la discussione sullo Statuto speciale (leggi articolo correlato) che spinge Dadò ad attaccare anche il PS: “Se da una certa frangia dei Verdi, così come sono instradati oggi, possiamo aspettarci oramai di tutto, sorprendente è l’atteggiamento dei socialisti che, essendo un partito di Governo e fortissimi a calar lezioni dall’alto a tutti, dovrebbero pure ancora possedere un po’ di orgoglio e serietà. Dopo mesi di insulti e pesci in faccia ricevuti dai Verdi a mezzo stampa, con l’odierna prostrazione al proprio spregiudicato fustigatore, che copiando tale e quale metà della nostra proposta gli ha furbescamente fornito lo zuccherino, hanno dimostrato una “correttezza” e un autolesionismo da fare impallidire Masoch.”

Resta spazio infine per l’affondo finale, dedicato ancora una volta ai Verdi e ai loro metodi, definiti nazisti e fascisti da Fiorenzo Dadò: "La storia di questo bellissimo Cantone è la storia dei nostri avi, che l’hanno costruito con il sudore della fronte, impegno e serietà, lasciandoci come eredità morale l’orgoglio, il rispetto e la dignità. Non ci lasceremo certo intimidire dai ricatti e dalle liste di proscrizione messe in circolazione dai Verdi in questi giorni, per cercare di appestare come nemico del popolo chi ha avuto il coraggio di dire di no alla loro proposta. Questi metodi da Gestapo e da camicia nera, associati a questo modo di far politica che fomenta la rivolta dei forconi, non fanno parte delle radici culturali del popolo ticinese e vanno pertanto e con forza rigettati al mittente da tutti coloro che non li condividono e hanno veramente a cuore il futuro del nostro Cantone.” Conclude l’articolo. 

red

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