BELLINZONA - Il consigliere di Stato leghista Norman Gobbi interviene oggi sul Mattino delle domenica a margine dell'incontro ad Agno con la ministra Eveline Widmer Schlumpf. E spezza una lancia in favore del blocco dei ristorni delle imposte trattenute ai frontalieri.
"Sempre invocando gli interessi nazionali - scrive Gobbi -, la delegazione giunta dalla Berna federale ha chiesto al Ticino di non bloccare i ristorni, poiché potrebbero complicare le trattative tra Italia e Svizzera. Il rischio è però alto che - proprio a tutela di questi interessi nazionali - il Ticino paghi nuovamente la fattura, vista la dichiarata non volontà di rescindere l’accordo sui frontalieri o di rivederlo in maniera totale. Val la pena quindi tenere pronta “l’arma” sul tavolo delle trattative, in difesa degli interessi cantonali ticinesi".
La Berna federale, però, prosegue il ministro, "dimentica come finora chi ha imbrogliato la matassa a scadenza regolare è stato l’inaffidabile partner italico, il quale ha continuamente cambiato gli attori o le carte in tavola; un ultimo esempio in tal senso è il decreto denominato “voluntary disclosure” sui capitali detenuti illegalmente all’estero, il quale de facto ha bypassato le trattative in corso".
"Tutto questo - scrive ancora Gobbi - dimostra l’inadeguatezza dell’approccio elvetico nel trattare con il nostro vicino. Un vicino non nuovo ai cambi di fronte opportunistici, ai ritardi tecnici e ai mutamenti politici; tutta la storia italiana degli ultimi 100 anni ne è una palese dimostrazione. Ahinoi, la Berna federale non sembra ancora aver capito che per trattare con l’Italia necessitano strumenti non in dotazione a chi oggi si sta occupando di questi dossier. Il Ticino ha la sua “arma” pronta a colpire nuovamente, e l’esperienza del 2011 pare non aver insegnato nulla alla strategia di relazione con la vicina Repubblica. Allora, senza chiedercelo esplicitamente, ci invitano nuovamente ad usare la nostra “arma”, il blocco dei ristorni, quale mezzo di pressione politica sull’Italia. Unico atto vero che ha posto la Svizzera in posizione di comando nelle relazioni bilaterali".
red