ImmigrazioneMassa
20.03.2014 - 10:380
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Immigrazione di massa, i toni si alzano. L’UDC attacca il Consiglio federale: “È ora di dar prova di coraggio”

In pieno svolgimento al Nazionale il dibattito urgente sulle conseguenze del voto del 9 febbraio. Sottolineata da più fronti la situazione particolare del Ticino, invitando il Governo a rispettare la volontà dei ticinesi rivedendo gli accordi con l'Italia

BERNA - È in pieno svolgimento al Consiglio nazionale il dibattito urgente sulle conseguenze del "sì" all'iniziativa UDC contro l'immigrazione di massa. Complice forse la diretta televisiva sul canale svizzerotedesco SRF, la discussione è accesa, sebbene alla fine non verrà presa alcuna decisione concreta sull'applicazione del testo approvato da popolo e cantoni il 9 di febbraio.

L'Unione democratica di centro ha subito aperto il fuoco contro il Consiglio federale: "il governo non ha voluto includere esponenti democentristi nel gruppo di esperti istituito per l'attuazione dell'iniziativa, contrariamente a tutti gli altri ambienti che si sono opposti al testo", si è indignato il presidente dell'UDC Toni Brunner. Il democentrista sangallese ha accusato la ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga di essere "un po' cocciuta".

Per il Consiglio federale non è necessario legiferare nell'urgenza per applicare l'iniziativa: "è vero che ha tre anni di tempo per proporre una soluzione che rispetti la volontà popolare, ma misure urgenti si impongono, poiché l'immigrazione continuerà ad aumentare massicciamente nei prossimi tre anni", ha aggiunto uno stizzito Toni Brunner. Il presidente dell'UDC ha pure invitato il governo a dar prova di maggiore coraggio, fiducia e sicurezza nei confronti dell'Unione europea.

Bombardato da domande da un po' tutti gli altri partiti, Toni Brunner ha auspicato un ritorno al vecchio sistema dei contingenti. Secondo il PS, è invece importante lottare contro ogni discriminazione di gruppi di cittadini europei. "È escluso che un banchiere possa continuare a stabilirsi in Svizzera con la sua famiglia, e non concedere questa possibilità a un operaio agricolo o a un sommelier", ha spiegato il capogruppo socialista Andy Tschümperlin (SZ).

Contrariamente a quanto hanno preteso gli autori dell'iniziativa, tutto l'edificio dei bilaterali è in pericolo. Il PS esige pertanto riforme durevoli in materia di alloggio, pianificazione del territorio, formazione e impiego. I socialisti hanno depositato una mozione affinché un'eventuale denuncia degli accordi bilaterali venga preceduta da una votazione del popolo svizzero.

I Verdi si sono rallegrati che il Consiglio federale e l'UDC siano favorevoli alle misure di accompagnamento. Secondo il loro capogruppo Balthasar Glättli, occorre però trovare la migliore soluzione possibile e non praticare "la politica del peggio", applicando l'iniziativa alla lettera. L'ecologista zurighese ha invitato pertanto il governo a firmare l'accordo di estensione della libera circolazione alla Croazia per sbloccare le trattative con l'UE.

Secondo il gruppo PPD-PEV, occorre da un lato rispettare la volontà popolare applicando l'iniziativa e dall'altro salvare gli accordi bilaterali. Per risolvere i problemi legati alla possibile mancanza di manodopera, occorre formare più personale in Svizzera e trovare un sistema il meno burocratico possibile, ha sottolineato Ruth Humbel (PPD/AG). "Se l'UDC vuole isolarci e il PS aderire all'UE, il centro vuole mantenere gli accordi bilaterali", ha aggiunto.

Il popolo ha detto di "sì" a un giro di vite nella politica migratoria, ha dichiarato dal canto suo la capogruppo del PLR, Gabi Huber. I liberali-radicali raccomandano quindi al Consiglio federale di prendere sul serio le preoccupazioni della popolazione, senza però dimenticare le inquietudini degli ambienti economici, ha aggiunto la Huber.

Per la vicepresidente del PLR Isabelle Moret, occorre ora sostenere il governo per uscire rapidamente dalla tempesta. "Questo dibattito urgente serve soltanto ai partiti per mettersi in mostra", ha aggiunto la liberale-radicale vodese.

Isabelle Moret, come altri oratori del resto, ha inoltre sottolineato la situazione particolare del Ticino e invitato il Consiglio federale a rispettare la volontà dei ticinesi a rivedere l'accordo con l'Italia sul ristorno dei frontalieri, come chiede un'iniziativa della sezione cantonale del PLRT.

Il dibattito prosegue.

ats

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