Polanski
14.08.2014 - 09:430
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Savoia striglia Festival: "Non vogliono l'interferenza della politica ma hanno il CdA pieno di politici: quanta ipocrisia!"

Scoppiettante analisi del cooridnatore dei Verdi sui rapporti tra Pardo e politica: "Il Consiglio d'amministrazione del Festival è infarcito fino a scoppiare di figure politiche o che fanno riferimento diretto ai partiti di governo ticinesi"

LOCARNO - Festival del film di Locarno e politica: la questione si ripropone a intervalli regolari ma quest'anno è esplosa fragorosamente a causa del caso Roman Polanski. Quali sono i limiti che i politici devono rispettare per non varcare il confine dell'ingerenza? E quali invece sono i paletti (se ci sono) entro i quali la kermesse deve muoversi senza sacrificare la libertà artistica ma tenendo conto di essere ampiamente finanziata tramite soldi pubblici? Domande complesse probabilmente senza risposte definitive. Domande complesse che dividono l'opinione pubblica. Sergio Savoia propone oggi un'interessante e maliziosa analisi sul suo blog personale. Il coordinatore dei Verdi ribadisce quanto già detto negli scorsi giorni: i politici si astengano dal commentare le scelte artistiche del Pardo. Ma il coordinatore dei Verdi punta il dito anche contro quella che definisce "l'ipocrisia di Solari", sottolineando come nel Consiglio d'Amministrazione del Festival siedano molti politici. "Ieri al ricevimento per il Gran Consiglio (cui non ho partecipato ma non per motivi politici) - scrive Savoia - si sono moltiplicati gli appelli di organizzatori e... politici a evitare invasioni di campo e intromissioni della politica nel Festival. Inviti volti a salvaguardare l'autonomia artistica della manifestazione e via dicendo. Ovviamente sono d'accordissimo. Lo dico sempre. I deputati hanno la possibilità di dire la loro durante il dibattito in parlamento sul Festival, quando si tratta di approvare il finanziamento pubblico, ponendo paletti e definendo i criteri in base ai quali questo cospicuo finanziamento va concesso. "Ma gli stessi organizzatori del Festival - argomenta il coordinatore dei Verdi - dovrebbero essere più coerenti quando dicono di non volere intromissioni. Tanto per cominciare con la composizione del consiglio di amministrazione del Festival di Locarno, infarcito fino a scoppiare di figure politiche o che fanno riferimento diretto ai partiti di governo ticinesi (in particolare a PS e PLRT). Inutile lamentarsi delle intromissioni della politica quando nel tuo CdA sei pieno di politici. Su 28 membri (28 membri? già il numero suggerisce che c'erano molti culi da piazzare...) spiccano i nomi di Carla Speziali e Aldo Rampazzi (sindaco di Locarno ed ex di Ascona, entrambi PLRT), l'immancabile Luigi Pedrazzini (PPD), Tiziana Mona (già figura di spicco del PS), Manuele Bertoli (PS, presidente del Consiglio di Stato e consigliere di stato), Brenno Martignoni (certo per meriti cinematografici, ma controversa figura politica anche lui, pur se un po' in disarmo ultimamente), Giovanni Merlini (consigliere nazionale PLRT), e ci potremmo aggiungere anche il consigliere nazionale e sindaco di Berna, il PS Alexander Tschäppät. Insomma, per essere un festival che non vuole intromissioni dalla politica, bisogna dire che se le va a cercare". "Infine, dopo la polemica su Polanski in cui tutti si sono stracciati le vesti per le invasioni di campo - conclude Savoia - le parole di Solari ieri sera, riportate oggi dal CdT, per cui "Il festival (...) si è sempre mosso in assoluta sintonia con la politica". Ora immaginatevi la stessa cosa detta al festival Sundance negli Stati Uniti o alla Berlinale... Se Solari volesse davvero evitare le "interferenze" direbbe altre cose, avrebbe un CdA ben differente. La realtà è che in questa occasione Solari fa anche lui prova di grande ipocrisia. La politica la si cerca, quando dà soldi. La si rifugge, quando "rompe" le scatole. Ripeto quel che ho detto ieri: mi aspetto indicazioni di vera autonomia e libertà, prima di concedere soldi a chi pur lamentandosi della politica, poi ci va a braccetto molto volentieri".
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