ULTIME NOTIZIE News
Quarto Potere
28.08.2013 - 12:570
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

La figlia di Riina alla RTS: "Orgogliosa del mio cognome. Mi piacerebbe lavorare in Svizzera"

L'intervista della Tv pubblica della Svizzera francese alla figlia del più sanguinario mafioso italiano scatena un putiferio. L'ira delle vittime: "Le TV svizzere guardino in casa loro e non diano voce alla figlia di un macellaio". GUARDA IL VIDEO

GINEVRA/LUGANO/CORLEONE - Lucia è la più piccola delle figlie di Salvatore Riina, u zu Totò, il più sanguinario e potente boss della storia di Cosa Nostra. Nonostante sia seppellito in carcere dal 1993, anno del suo arresto, sotto una montagna di ergastoli, c'è ancora chi lo considera il Capo dei capi. Impossibile riassumere il suo curriculum criminale, legato a doppio filo con le pagine più tragiche e oscure della storia recente d'Italia e anche della stessa mafia siciliana. Riina ha commesso e ordinato centinaia di omicidi, con il marchio infame dell'efferatezza. Ha organizzato le stragi che hanno portato alla morte dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e degli uomini delle loro scorte. E Falcone e Borsellino sono solo i nomi più celebri dell'interminabile rosario di morti tra gli uomini delle istituzioni, della politica, del sindacato, oltre a comuni cittadini innocenti, voluti dal boss di Corleone. Qui però non parliamo di Totò ma di Lucia, che non si è mai macchiata di crimini mafiosi, al contrario dei fratelli Giuseppe e Giovanni, o dello zio, altro boss assassino spietato, Leoluca Bagarella. Parliamo di Lucia, perché la figlia del Capo dei Capi ha rilasciato un'intervista, la prima, alla RTS, la TV pubblica della Svizzera francese. Le sue dichiarazioni hanno suscitato particolare scalpore e sono state riprese e rilanciate da moltissimi media italiani, nazionali e non. Le parole di Lucia Riina hanno provocato l'indignazione e la rabbia delle associazioni delle vittime dei crimini commessi dal padre. Ma facciamo un passo alla volta. "Io sono onorata di chiamarmi Riina - ha detto Lucia - perché è il cognome di mio padre e immagino che qualsiasi figlio che ama i suoi genitori non cambia il cognome. Corrisponde alla mia identità Nell'intervista, doppiata in francese, Lucia Riina si dice dispiaciuta per le vittime del padre, ma aggiunge che "non bisogna restare nel passato ma guardare avanti» “Sono i miei genitori, siamo cattolici e devo dell’amore a mio padre e mia madre. E’ stata lei che ci ha insegnato a leggere e a scrivere perché nono siamo potuti andare a scuola”, ha aggiunto Lucia, accennando agli anni in cui ha vissuto in latitanza con il padre. Lucia Riina si è detta "evidentemente dispiaciuta" per le vittime del padre ma “penso che siamo tutti figli di qualcuno“, ha aggiunto. Un'ultima nota importante. La prima intervista di Lucia Riina corrisponde anche alla prima trasferta fuori dall'Italia. Il giornalista le ha chiesto se le piacerebbe vivere e lavorare lontano dal suo Paese, magari in Svizzera. Questa la risposta: "Sarei felice di avere una possibilità di lavorare qui". Fin qui l'intervista di Lucia Riina. Le sue parole, come si accennava, hanno suscitato la rabbia e l'indignazione delle vittime. "La figlia di Riina e la sua favoletta di brava figlia che ama quell'assassino di suo padre, ma che gli dispiace tanto per le vittime di mafia la vada a raccontare a qualcun altro", ha scritto in una nota Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'associazione vittime della strage di via dei Georgofili, Firenze. Un altra strage ordinata dal Capo dei Capi, quando decise che mettere le bombe in Sicilia non era più sufficiente. "Suo padre non ha ucciso qualcuno durante un raptus,ma ha macellato e fatto macellare scientificamente centinaia di poveri cristi che si sono trovati anche solo sulla sua strada come i nostri figli. Inorridisca una buona volta Lucia Riina davanti a tanto sangue innocente versato perchè quelle come lei potessero fare la bella vita", ha aggiunto Maggiani Chelli. "La prossima volta che rilascia una intervista del genere - ha concluso la presidente dell'associazione - penseremo seriamente a cercare la possibilità di querelarla per lesa memoria dei nostri morti torturati e massacrati come cani dal macellaio di via dei Georgofili Salvatore Rina. Inoltre bastano le nostre di televisioni che esaltano i figli dei criminali , non ci si mettano anche quelle svizzere , guardino in casa loro e scopriranno così che capi mafia come Riina Salvatore non ne hanno mai avuti e che non è il caso di dare voce alla loro progenie". Ecco quest'ultimo passaggio spinge a un'ultima annotazione. La critica di chi rappresenta le vittime alle "televisioni svizzere" di farsi i fatti loro e di non "dare voce" ai parenti dei criminali, richiama immediatamente le polemiche che ci sono state riguarda alla presenza di Giovanni Senzani al Festival di Locarno e alla cooproduzione della RSi del film di cui è protagonista, "Sangue". Vicende, per carità, molto diverse, e sotto molti punti di vista. Ma certo il sapore di una similitudine tra i due casi, resta.
Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Tags
vittime
riina
lucia
padre
figlia
intervista
svizzera
capi
cognome
figli
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved