ImmigrazioneMassa
09.05.2014 - 14:130
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Blocco dei ristorni, Vitta a Gobbi: "Capisco che deve dire qualcosa di leghista, ma non facciamo gli elefanti nella cristalleria"

Il capogruppo PLR replica al ministro: "Prima di discutere del blocco dobbiamo pretendere da Berna una risposta sulla violazione dei trattati da parte dell'Italia"

BELLINZONA - L'uscita di Norman Gobbi sui ristorni - "Io e Zali proporremo di congelarli", leggi l'articolo correlato - non convince il capogruppo del PLR Christian Vitta. "Credo che in questo momento si debba evitare di muoversi come elefanti in una cristalleria. Capisco che Gobbi e Zali devono dire qualcosa di leghista per accontentare la loro base, ma oggi ci vogliono azioni che portino a risultati concreti. Ci vogliono dialogo e fermezza!".

Mi rendo conto che il tempo passa e non si fanno passi avanti - aggiunge Vitta -. "Ma ricordo anche che quando due anni fa il Consiglio di Stato ha deciso a maggioranza il blocco dei ristorni la misura non ha portato i risultati attesi. Attendo comunque con curiosità di capire quali sono le altre misure che intendono proporre i due ministri della Lega".

Anche Vitta è, come il suo Partito, molto critico sull'esito dell'incontro di mercoledì scorso con la ministra Eveline Widmer Schlumpf. Ma, constatato che Berna non intende denunciare l'accordo sui frontalieri, punta le sue carte sull'altro piatto.
"La scadenza per il riversamento dei ristorni è a fine giugno. C'è ancora il tempo necessario per decidere il da farsi, ma prima bisogna sciogliere un nodo importante che potrebbe rendere più che legittima questa misura. Mi riferisco all'atto parlamentare depositato dal consigliere nazionale Giovanni Merlini, in accordo con il PLR, che mette in luce un fatto molto grave: la possibile violazione da parte dell'Italia dell'accordo sulla doppia imposizione legata all'inserimento della Svizzera nella black list dei paradisi fiscali".

E aggiunge: "Capisco che politicamente è più facile ed elettoralmente pagante sventolare la bandiera del blocco dei ristorni che affrontare un aspetto per certi versi tecnico. Ma questo aspetto tecnico è politicamente determinante se vogliamo fare le cose seriamente e non ritrovarci ancora una volta con un pugno di mosche in mano".

Prioritario, aggiunge Vitta, è capire come intende muoversi il Consiglio federale su questo fronte. "Sarebbe anche interessante sapere se nell'incontro di mercoledì con la signora Widmer Schlumpf questo tema è stato affrontato e quale risposta è stata data al Consiglio di Stato".
Io e il mio partito ci attendiamo fermezza e chiarezza da parte del Consiglio federale su questo specifico aspetto, spiega il capogruppo del PLR.
"Se ci fosse la disponibilità da parte di Berna a segnalare formalmente a Roma la violazione dell'accordo sulla doppia imposizione, il blocco dei ristorni passerebbe in secondo piano".

O meglio, precisa Vitta: "Lo si potrebbe usare come arma di ritorsione a livello nazionale, che è quello più appropriato ed efficace, visto che alla fine è Berna che versa i ristorni fiscali all'Italia. Chiarito questo aspetto, vale a dire se c'è stata una violazione del trattato sulla doppia imposizione, diventerà molto più facile agire sul fronte dell'accordo sui frontalieri con la disdetta e la successiva rinegoziazione in tempi brevi".
È chiaro che se il Consiglio federale non fosse disposto a dar seguito alle richieste formulate da Merlini, conclude Vitta, si potrà anche discutere il blocco dei ristorni a livello cantonale.

emmebi

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