Fangoemorte
06.11.2014 - 16:200
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Ventiquattr'ore dopo la sciagura. Quell'affresco che invita alla preghiera. Le macerie. Le pecorelle di Monica e di Alice. Il lutto e il dolore...

Bombinasco, ai piedi della frana un dipinto della Madonna che benedice una contadinella: “Passeggero, non ti sia grave chinare il capo e recitare un’Ave”

di Marco Bazzi

CURIO – “Passeggero, non ti sia grave chinare il capo e recitare un’Ave”. Quel dipinto della Madonna che benedice una contadinella inginocchiata, con quella scritta che invita alla preghiera, sembra messo lì apposta, sulla parete di un piccolo rustico ai piedi del luogo della sciagura.

Un affresco di fattura semplice, senza pretese artistiche, ma che simboleggia con incredibile forza la tragedia accaduta ieri pomeriggio a Bombinasco, piccola frazione di Curio, nel Malcantone.

Fino a ieri pomeriggio, su quella collina erbosa, stretta tra la strada che porta ad Astano e il limitare di un fitto e secolare bosco di castagni, c’era una casetta a due piani. Una casa rustica, che fu del defunto Marco Mondada, per anni presidente dei cacciatori.

Ieri pomeriggio, al riparo da una pioggia incessante, che pareva sgorgare da se stessa, in quella casa c’erano la trentunenne Monica Moriggia e sua figlia Alice, di soli tre anni. Forse Monica stava preparando la cena, forse aveva acceso il camino per asciugare l’umidità di tanti giorni di pioggia, forse Alice stava guardando la tivù…
Di fronte alle rovine, alla desolazione, alla devastazione e al lutto che ha portato con sé, lasciamo correre l’immaginazione. Chissà cosa stavano facendo, la mamma e la sua bimba, quando dal bosco di sopra si è staccata quella frana assassina che in pochi istanti ha raso al suolo la loro casa e ha cancellato per sempre due giovani vite…

Ora la colata di fango è stata ripulita da chi la notte scorsa ha lavorato senza sosta cercando nel buio un lumicino di speranza. Fino a quando sotto la coltre argillosa che aveva sommerso ciò che restava della casa - le fondamenta e qualche pezzo di muro perimetrale – sono stati individuati i due corpi senza vita. Soffocati da quella lava gelida.

Restano le macerie, frammenti di strutture portanti, di legno e di mattone, il tetto trascinato a terra… Resta il lutto, che ha rattristato il cuore di tutti noi. E non c’è bisogno di spiegare perché.

Restano, a brucare su quel piccolo pendio desolato, le sei pecorelle di Monica, che faceva la cuoca alla scuola di Pura ma anche la casara all’Alpe di Pazz, sopra Novaggio.
Resta il ricordo di quella donna solare e sorridente e della sua bimba dai lunghi capelli biondi.

Restano i molti messaggi di cordoglio e di dolore espressi da amici e conoscenti sul profilo facebook di Monica. “Non ci posso credere…”. “Non ti dico addio, io sono qui che ti aspetto a braccia aperte…”. “Adesso tu e la piccola Alice siete due stelle che ci illuminano…”. “Il vostro sorriso resterà indelebile…”.

Ha smesso di piovere ora, e forse questa notte tornerà il sereno. E in quel bosco di castagni scenderà di nuovo il silenzio: ci sarà soltanto il mormorio del torrente che scorre verso il lago.

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