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26.12.2014 - 09:480

"La montatura dei miei Ray-Ban neri fermò una lacrima. Era da un po’ che non mi capitava...."

Ecco "Menhir" il racconto di viaggio del vincitore del concorso lanciato da Liberatv in collaborazione con Globus Gateway: "Mi stava quasi venendo da piangere, pensando a quegli strani ricordi dalla forma fallica capaci di unirci una volta ancora..."

LUGANO - Si intiutola "Mehir" ed è il racconto che ha vinto il concorso lanciato da Liberatv in collaborazione con Globus Gateway. Un giudice neutrale ed esterno alla redazione ha infatti scelto il racconto di viaggio di Luca Dattrino fra gli undici testi che sono giunti in redazione. Dattrino si è così aggiundicato una settimana, con volo e albergo, nel paradiso della Canarie. 

Ma vista la qualità degli scritti anche gli altri partecipanti sono stati omaggiati da Globus Gateway con un buono di 100 franchi da spendere per un viaggio. Nel corso di queste vacanze natalizie pubblicheremo a puntate tutti i racconti. Buona lettura....  

Menhir

di Luca Dattrino*
 
Poteva essere la nostra ultima vacanza. Due settimane tra un’isola dell’Atlantico dov’era difficile trovare il mare e la bella Biarritz… Due settimane a cercarci, a rincorrere quella luce negli occhi che in passato aveva acceso la nostra passione. Un passato che ci si parò davanti, mentre eravamo lanciati sull’autostrada tra Tolosa e la Provenza. Una sorta di premonizione.
 
«Oh, guarda… !», mi disse appoggiando la sua mano sulla mia, che stringeva la leva del cambio.

«Li ho visti, li ho visti. Ti ricordi ancora», buttai là con un filo di voce ma con un tono felice. Già. Ce lo ricordavamo eccome, quell’incredibile e avventuroso viaggio tra Francia, Andorra e Spagna. E ci ricordavamo di quelle enormi torri tozze e falliche che in un’area di sosta autostradale celebravano il massacro dei catari, religiosi del Midi della Francia colpiti da una misteriosa eresia che li condusse alla sparizione. Avevamo anche scattato tante foto, sotto quei menhir. Lei era bella come non mai e, sorridente, si metteva in posa a braccia aperte, mimando il Cristo del Corcovado.

«Ma che piacere rivederli…», disse ancora, emozionata come me.
 
Ora esco dall’autostrada e si torna lì, pensai. Si fa un selfie e si prova ad essere come eravamo. Ma ero come bloccato e mi stava quasi venendo da piangere, pensando a quegli strani ricordi dalla forma fallica capaci di unirci una volta ancora. La sua mano era ancora lì, sulla mia che stringeva il cambio. Emanava uno strano calore, forte e bello. La montatura dei miei Ray-Ban neri fermò una lacrima. Era da un po’ che non mi capitava. 

Ma ormai ero in quinta, lanciato verso casa; verso un futuro che sapevo non essere più quello di una volta.

* (giornalista e attualmente docente)

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