Caso Rey, Denti approva il DSS: "Decisione coraggiosa, dura ma comprensibile. È un segnale per tutti"

LUGANO – "Una decisione coraggiosa, dura ma comprensibile, anche se un po' tardiva perché la Commissione di vigilanza aveva espresso già qualche tempo fa il suo parere". Franco Denti condivide la "sentenza" del DSS nei confronti del medico Piercarlo Rey a cui è stata sospesa a tempo indeterminato l'autorizzazione ad esercitare la professione. Per il presidente dell'Ordine dei medici il provvedimento preso dal Dipartimento di Paolo Beltraminelli, considerate le azioni compiute dal chirurgo nell'ormai tristemente celebre caso dell'errore alla clinica Sant'Anna, era l'unica possibile. "Credo con rammarico per il ginecologo – afferma Denti – che la sanzione decisa dal DSS fosse l'unica possibile. Non tanto per l'errore medico, noi sappiamo che possiamo sbagliare e dobbiamo convivere con gli errori, quanto per quel che è successo dopo l'intervento. Noi dobbiamo tutelare il rapporto di fiducia con il paziente ed avere rispetto per i colleghi. Per giorni molti medici sono stati guardati con sospetto perché non era ancora noto il nome del chirurgo interessato. Resto convinto, come ho già avuto modo di dire, che il dottor Rey avrebbe dovuto autodenunciarsi anche per rispetto di chi lavorava con lui". Come giudica il dottor Denti, gli chiediamo, la decisione del DSS rispetto a quella assunta solo pochi giorni fa dalla clinica che aveva deciso di sospendere Rey solo dalla sala operatoria. "Sicuramente il DSS ha valutato tutta la situazione e secondo me lo ha fatto in maniera corretta. Ripeto: il punto saliente in questa vicenda non è l'errore medico ma quel che è successo dopo. A mio avviso la clinica Sant'Anna non ha letto in maniera corretta la situazione. Non ho condiviso quella decisione soprattutto per rispetto dei miei colleghi che lavorano nell'istituto di cura". Ciò che è importante sottolineare, secondo Denti, è il valore che avrà questa decisione sul futuro: "È un segnale chiaro a tutti gli operatori sanitari che vi sono regole che vanno conosciute e rispettate e che c'è una Commissione di vigilanza che, seppur con tutti i sui limiti, fa il suo lavoro. Questo in riferimento anche ai medici stranieri che entrano in Svizzera non conoscendo il sistema: ora sanno che hanno il dovere di apprendere".