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07.02.2017 - 14:550
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

"La lotta alle polveri fini continua! E il gas naturale potrebbe essere il giusto compromesso tra economicità e salvaguardia ambientale. Ecco perché"

Il direttore di Metanord Nicola Dotta: "Sull’efficacia o meno delle misure intraprese, come pure sui costi che queste avrebbero generato, non voglio esprimermi, anche se la tristezza psicologica di guidare alla velocità del carro funebre lascia un po’ di amaro in bocca. Sarebbe più interessante, a mio modesto parere, discutere di quali soluzioni si potrebbero intraprendere sul medio termine per migliorare la qualità dell’aria"

di Nicola Dotta*
 
Negli scorsi giorni ci siamo confrontati, chi più chi meno, con le conseguenze legate all’inquinamento da polveri fini (PM10), molto pericolose per la salute di noi tutti. 
 
Sull’efficacia o meno delle misure intraprese, come pure sui costi che queste avrebbero generato, non voglio esprimermi, anche se la tristezza psicologica di guidare alla velocità del carro funebre lascia un po’ di amaro in bocca.
 
Sarebbe più interessante, a mio modesto parere, discutere di quali soluzioni si potrebbero intraprendere sul medio termine per migliorare la qualità dell’aria.
 
Secondo il rilevamento ufficiale della Società nazionale del gas naturale di Zurigo, nelle case svizzere oltre il 38% dell’energia consumata proviene dal gasolio che, come noto, è il riscaldamento più dannoso per l’ambiente e specificatamente per le emissioni delle polveri fini. 
 
Secondo l’Ufficio Federale dell’Energia, i vecchi impianti a gasolio, in due casi su tre, vengono semplicemente sostituiti con impianti che utilizzano lo stesso vettore energetico. 
 
L’aspetto ambientale, da solo, non basta a sfavorire tale scelta. Laddove, per ragioni tecniche ed economiche, soluzioni diverse non fossero applicabili, il passaggio al gas naturale è la migliore alternativa. Questo vettore energetico andrebbe infatti considerato maggiormente, anche dall’Autorità ticinese, in quanto riduce mediamente del 25% le emissioni di CO2 rispetto al gasolio. Chi si allaccia al gas naturale non ha più problemi né di rifornimento, né di revisione di cisterne, ma soprattutto contribuisce alla riduzione delle temutissime emissioni di polveri fini (quasi nulle). 
 
Il gas naturale potrebbe infatti essere il giusto compromesso tra economicità e salvaguardia ambientale soprattutto in questo periodo di transizione (20-30 anni), in attesa dell’arrivo delle rinnovabili in quantità sufficiente e con un costo d’investimento ridotto.
 
Intanto, il Consiglio nazionale blocca all’unanimità la seconda tappa della strategia energetica 2050. E’ un bene che finalmente qualcuno si sia accorto che quello dell’energia, rinnovabile o meno, è un argomento delicato. Per un futuro sostenibile, saranno necessarie scelte attentamente ponderate, realistiche e soprattutto attuabili. Dal mio punto di vista andrà valorizzato ancor più il settore idroelettrico e, finalmente, preso in considerazione il gas naturale come vettore energetico con un ruolo fondamentale per i prossimi anni. 
 
Entriamo dunque in una fase molto critica per il settore energetico che sarà bene seguire con molta attenzione, affinché si possano scongiurare in modo definitivo situazioni critiche per la natura e per la nostra salute, come quella che abbiamo vissuto in questi giorni.
 
*Direttore Metanord SA
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