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Cronaca
01.03.2017 - 08:360
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

S.M., 63 anni, patrizio di Bellinzona da tempo emigrato nella Repubblica dominicana, è ricercato per aver tentato di organizzare con le cosche calabresi un traffico di 8 tonnellate di cocaina. Secondo gli inquirenti fu intermediario tra i narcos colombian

Nel settembre del 2014, S.E. si era recato a Medellin per prendere parte ad alcuni incontri finalizzati all’acquisto di cocaina. Durante la permanenza in Colombia ha intrattenuto frequenti contatti telefonici con un italiano incaricato dal clan di concludere la trattativa

BELLINZONA – Si chiama S.M., vive da anni a San Cristòbal, nella Repubblica dominicana, anche se è patrizio di Bellinzona. Ora è oggetto di un mandato di cattura internazionale.
Il nome del 63enne - nella foto pubblicata su Facebook è in sella alla sua motocicletta -, è spuntato in un’inchiesta internazionale su un maxi traffico di cocaina. Ne hanno parlato le cronache italiane, basandosi su informazioni della Guardia di finanza, in particolare ‘Il Vibonese’, testata calabrese.

Proprio la Calabria sarebbe il centro organizzativo del traffico. Un’organizzazione legata alla ‘ndrangheta voleva importare in Italia dal Sud America, via nave, otto tonnellate di cocaina per un valore di oltre 1,7 miliardi di franchi. La droga avrebbe dovuto essere nascosta tra le casse di banane per eludere i controlli doganali nei porti di Genova, Livorno, Napoli e Gioia Tauro.

Il Corriere del Ticino ha ripreso la notizia del coinvolgimento del bellinzonese, che risulta latitante. Secondo gli inquirenti due anni e mezzo fa partecipò a un viaggio a Medellin, in Colombia, per organizzare il traffico, facendo da mediatore tra i narcos e gli italiani, e figurando anche tra i co-finanziatori dell’operazione.

Sta di fatto che tra le 68 persone indagate, molte delle quali sono state arrestate il 24 gennaio dal Gruppo operativo antidroga della Guardia di finanza di Catanzaro nell’ambito dell’operazione ‘Stammer’, figura pure il 63enne bellinzonese.

Nel settembre del 2014, S.E. si era recato a Medellin per prendere parte ad alcuni incontri finalizzati all’acquisto di cocaina, scrive ‘Il Vibonese’. Durante il periodo di permanenza in Colombia aveva intrattenuto frequenti contatti telefonici con un italiano a nome “Peppe”, poi identificato in Giuseppe Mercuri, 58 anni, di San Calogero, persona incaricata dal sodalizio italiano di concludere la trattativa.
Nel corso delle conversazioni captate sono poi emersi chiari riferimenti alla spedizione dello stupefacente, ai prezzi, al quantitativo e al successivo trasporto. Tutti i dati segnalati dal National Crime Agency sono stati quindi pienamente riscontrati nel corso della successiva inchiesta denominata “Stammer”.

Secondo gli investigatori, Mercuri avrebbe negoziato l’importazione di 8’000 chili di cocaina, successivamente sequestrati dalla polizia colombiana, di cui 1.500 chili pronti per l’importazione sul mercato europeo.

In base alla ricostruzione degli inquirenti, risalirebbe all’ottobre 2014 l’estromissione del bellinzonese da parte di Mercuri nelle trattative con il cartello colombiano. Da mero co-finanziatore dell’operazione, si era infatti elevato a mediatore tra  Mercuri stesso e il cartello colombiano, scavalcandolo nella trattativa. Dopo aver esautorato S.M. dalle negoziazioni, Mercuri secondo le risultanze investigative avrebbe iniziato ad interfacciarsi direttamente con l’organizzazione sudamericana per il tramite di Karlsson Jaime, alias ‘El Coronel’, giunto in Calabria a garanzia dell’operazione.

red
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