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Cronaca
19.05.2017 - 00:200
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Mandati diretti (presunti irregolari) al LAC, ecco 'la madre di tutte le gabole'. Tutto parte dall'incarico da 150'000 franchi per le tre torri dell'evento 'Slow dancing' a una società luganese che, per realizzarlo, ha dovuto subappaltarlo a una filiale t

Sotto la lente del Municipio e dei servizi amministrativi è finito inizialmente un mandato assegnato alla Sanomedia SA. Non avendo personale a disposizione per realizzare la struttura, la Sanomedia ha subappaltato il lavoro alla AGevent Sagl, filiale ticinese dell’omonima azienda con sede a Campobasso. In Ticino ci sono aziende serie che lavorano in questo settore, che investono, che formano giovani, che pagano imposte, salari e fatture…

di Marco Bazzi

Iniziamo dal comunicato del Municipio di Lugano. “In riferimento alle notizie apparse sui media relative a presunte irregolarità sui mandati attribuiti dal centro culturale LAC, il Municipio comunica che una verifica da parte della Revisione Interna ha indicato la necessità di un approfondimento sulle commesse attribuite dal LAC.
Poiché l'attività è ancora in corso, prima di prendere posizione l’Esecutivo attende la conclusione delle procedure e la consegna del rapporto definitivo.
Nel frattempo è stata avviata un’attività generale di controllo su tutti i servizi dell'amministrazione inerente all'applicazione della legislazione sulle commesse pubbliche e sulle imprese artigianali (LIA)”.

Ecco, questo era il comunicato stampa con cui il Municipio di Lugano ha preso posizione sui presunti mandati irregolari al LAC. Una nota che non dice molto, al di là delle ipotetiche violazioni di legge. Liberatv è però in grado oggi di rivelare qual è la principale gabola che sta dietro il caso. Chiamiamola pure ‘la madre di tutte le gabole’. Perché tutto è partito da lì…

Sotto la lente del Municipio e poi dei servizi amministrativi è finito inizialmente un mandato diretto assegnato alla Sanomedia SA, che, da registro di commercio, fa capo a Peter Koley, che per la cronaca è anche direttore tecnico di Estival jazz.
Si parla di un incarico diretto di circa 150'000 franchi attribuitogli dal LAC (bisognerà capire da chi) per installare tre torri che servivano da scenografia per l’evento “Slow dancing”, messo in scena nell’autunno scorso nella piazza del LAC. Il mandato diretto in sé ci sta per quanto riguarda l’ammontare. Nel senso che la cifra rientra nei parametri di legge.

Ma la Sanomedia non aveva apparentemente i requisiti per ottenerlo. Tra l’altro questa società ha come scopo, oltre all’organizzazione di concerti, eventi eccetera, anche “l’assunzione di rappresentanze nel campo del benessere e sanitario in generale”.

E questo scopo allargato, detto per inciso, solleva un problema che i responsabili del Registro di commercio dovrebbero risolvere con una certa sollecitudine: se uno fa formaggini non può al contempo fare il promotore immobiliare… Fine della nota.

Non avendo personale a disposizione per realizzare la struttura richiesta, la Sanomedia ha subappaltato il lavoro alla AGevent Sagl, filiale ticinese dell’omonima azienda con sede legale ad Ascoli Piceno e sede operativa a Campobasso, che fa capo a Luigi Giuliano, cittadino italiano residente a Monte Carasso.
Ditta che, lo si desume sempre dal sito internet, ha in appalto anche il montaggio e lo smontaggio della conchiglia acustica del Lac. Una roba che si monta e si smonta più volte all’anno, a dipendenza di cosa va in scena.

Nemmeno la AGevent pare avesse personale sufficiente assunto in pianta stabile per eseguire quelle installazioni, eppure nelle foto pubblicate sempre sul sito web dell’azienda si vedono parecchi operai al lavoro. Si presume che fossero in regola dal profilo dei permessi, ma anche questo subappalto non sembra aver rispettato i crismi della legge. Insomma, appalto e subappalto non sarebbero stati conformi. Da questo caso è dunque partita una verifica a tappeto sui mandati attribuiti dal LAC.

La AGevent, come si legge sempre sul sito web della ditta, “offre un servizio ad ampio raggio, nell’organizzazione di Convegni, Congressi, Convention, Fiere, Meeting e Eventi, per soddisfare ogni richiesta del cliente; con professionalità e creatività, affidabilità e serietà, trasformando piccoli e grandi eventi in sicure occasioni di successo. AGevent anche se da poco creata (ndr: a registro di commercio è iscritta dal dicembre 2015) ha un esperienza nel settore dal 1993”.

Il lavoro consisteva nella “installazione di numero 3 torri in layher di dimensioni f.to 4,14×4,14 mt h 13,5 mt rivestite integralmente con pvc stampato. Realizzazione di n. tre schermi f.to 9,5×12,5 mt con pellicola adesiva sulla facciata del Teatro LAC. Installazione di n. 6 proiettori Barco da 30.000 ansi lumen”.

E questo è stato fatto. C’è chi dice, ma forse malignando, lasciando anche qualche traccia di colla sulle pregiate facciate marmoree del LAC… Ma questi sono dettagli.
Poi però, la ditta ticinese che ha messo a disposizione le gru per montare le strutture, non ha ricevuto per diversi mesi i soldi dovutigli dalla Sanomedia, titolare dell’appalto. Il gabolone è venuto alla luce così… Per ritardi di alcuni mesi nei pagamenti. I soldi sono arrivati solo qualche giorno fa… Dopo che è scoppiato il casino.

TeleTicino ha parlato nei giorni scorsi di presunte irregolarità nei mandati del LAC e il Municipio ha stigmatizzato “questa inopportuna fuga di notizie, poiché getta cattiva luce su una struttura che in ambito culturale ha in breve tempo acquisito una solida reputazione, grande successo di pubblico e critica, e sta generando indotti soddisfacenti”.

Va bene, ci sta questa preoccupazione, ma con la scusa degli indotti non ci si possono foderare gli occhi di fette di mortadella. E, soprattutto, che senso ha dare un lavoro del genere a una ditta che lo deve subappaltare, per di più a una società con sede a Campobasso, che non pare avere grandi legami col territorio.

Senza voler fare del gratuito primanostrismo, aggiungiamo: in Ticino ci sono aziende serie che lavorano in questo settore, dirette da persone capaci, aziende di provata esperienza e professionalità, che hanno uomini e mezzi… Aziende che investono, che formano giovani, che pagano imposte, salari e fatture… Certo, probabilmente costano di più. E qui sta il problema: bisognerà capire se qualcuno ha speculato su questa operazione.

Comunque, alla fine, sapete come dice il proverbio: chi è causa del suo mal pianga se stesso. Inutile lamentarsi se sul LAC continuano a cadere tegole… Ora il Municipio di Lugano deve dare un chiaro segnale politico. Se no il Polo culturale continuerà ad essere teatro di gabole e pasticciacci, com’è stato fino ad oggi, fin da quando era soltanto un cantiere.

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