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13.08.2017 - 09:170
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Alberto Siccardi: "L'introduzione di un salario minimo affosserà una fetta del settore industriale in Ticino: le aziende saranno costretta a delocalizzare o chiudere"

L'imprenditore entra nel dibattito nato dopo la sentenza del Tribunale Federale sul Canton Neuchâtel: "Ma pure un salario minimo a 3’200 franchi rischia di essere un invito a nozze per gli stranieri. Conosco ingegneri italiani che verrebbero volentieri a lavorare in Ticino per quello stipendio, che è quasi un insulto per un ticinese"

BELLINZONA - “Il salario minimo cancellerà una fetta del settore industriale”. Lo afferma Alberto Siccardi esprimendosi sul dibattito in corso in Ticino sull’applicazione dell’iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino, dopo la sentenza del Tribunale Federale sul Canton Neuchâtel.

 

"Imporre per legge un salario minimo di 3’750 franchi - ha spiegato l’imprenditore al Caffè che gli ha chiesto un’opinione - significa semplicemente mettere fuori mercato una fetta del settore industriale che vive sulle basse retribuzioni: dovrà chiudere o delocalizzarsi. Non è con una legge che si creano più posti di lavoro per i ticinesi”.

 

“Ma pure un salario minimo a 3’200 franchi - aggiunge Sicari - rischia di essere un invito a nozze per gli stranieri. Conosco ingegneri italiani che verrebbero volentieri a lavorare in Ticino per quello stipendio, che è quasi un insulto per un ticinese. Primo perché un lavoratore svizzero qualificato viene pagato in base alle sue capacità. E non 3’200 franchi. Secondo, perché dubito che un ticinese privo di specializzazione accetti quella cifra: preferiscono andare in disoccupazione".

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