foto: TiPress/Pablo Gianinazzi
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Politica e Potere
13.09.2017 - 16:270
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

La 'Legislazione' segue il Governo e congela l'iniziativa anti-dumping che chiede la verifica sistematica di tutti i nuovi permessi di lavoro. E il PPD attacca le altre forze politiche: "Basta fare melina sulle spalle dei lavoratori e delle imprese oneste

Il partito di Fiorenzo Dadò: "I continui proclami a difesa del mercato del lavoro ticinese vengono sistematicamente disattesi ogni qual volta la politica può con i fatti dimostrare sensibilità e senso pratico nell’adottare soluzioni chiare ma soprattutto efficaci"

BELLINZONA – Il PPD alza i toni contro gli altri partiti e in una nota stampa giudica “incomprensibile la scelta della maggioranza della Commissione della legislazione, che stamattina ha deciso di congelare – su richiesta del Consiglio di Stato – l’iniziativa parlamentare generica che chiedeva la verifica sistematica di tutti i nuovi permessi di lavoro rilasciati ai cittadini stranieri, presentata dai deputati PPD del Mendrisiotto Giorgio Fonio, Maurizio Agustoni e Luca Pagani”.

I continui proclami a difesa del mercato del lavoro ticinese – si legge nella nota popolare democratica – “vengono sistematicamente disattesi ogni qual volta la politica può con i fatti dimostrare sensibilità e senso pratico nell’adottare soluzioni chiare ma soprattutto efficaci.

Risulta quindi incomprensibile il voto odierno della maggioranza dei deputati della Lega dei Ticinesi, dell’UDC, del Partito Liberale Radicale e del Partito Socialista, che approvando la richiesta del Governo hanno di fatto procrastinato l’entrata in vigore di una misura estremamente utile alla lotta contro il dumping salariale”.

Il PPD ricorda infine che “la proposta popolare democratica chiedeva sostanzialmente di controllare sistematicamente tutti i nuovi permessi di lavoro in quei settori dove sono in vigore dei contratti collettivi decretati d’obbligatorietà generale, come pure dei contratti normali di lavoro. Lo scopo di questa verifica altro non è che quella di bloccare sul nascere situazioni nelle quali i minimi salariali contrattuali non fossero rispettati evitando quindi che lo Stato debba intervenire in un secondo tempo quando i buoi, come spesso accade, sono già tutti fuori dalla stalla. Proprio nel giorno in cui la giustizia ticinese ha condannato lo sfruttamento di due lavoratori nel bellinzonese, a ennesima riprova del degrado con cui è confrontato il nostro mercato del lavoro, dalla politica ticinese ci si aspettava un altro tipo di atteggiamento. Il nostro partito continuerà con i fatti a battersi a favore di un mercato del lavoro sano, a tutela dei lavoratori di questo Cantone e a difesa di quegli imprenditori onesti che a causa di una concorrenza sempre più sfrenata e spregiudicata si trovano sempre più in difficoltà”.
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